Il giorno dell'astragalo

I libri di Paleari sono come i libri di Camilleri: bisogna averli tutti a partire dal remoto ed introvabile “L’Ossola a piedi”, in particolare quando, come nel mio caso, si conosce direi abbastanza bene l’autore. Tutto quanto si è scritto su questo libro da parte di quelli che fanno recensioni per mestiere è vero: scrittura godibile, scorrevolezza ecc. Finalmente Alberto ha scritto qualcosa anche sulle Guide alpine dell’Ossola, certo che a leggere quello che gli capita in montagna, ad esempio sulla N del Cervino, viene da chiedersi “ma come fa a portare sempre a casa la pelle ?”, e dire che spesso chi più chi meno ci siamo trovati legati con lui. Sono bellissime le pagine della sua vita, quella più quotidiana, e quella di quando racconta di lui, della gioventù, delle sue peripezie economiche, dei suoi pensieri mentre arrampica: credo che ormai il suo essere sia equamente diviso tra fare la Guida e scrivere, ma forse fa la Guida per scrivere, dato che il contrario è evidentemente impossibile. Sono contento che abbia ammesso di essere pigro, cosa che ci accomuna e che, peraltro giustissimamente, mi ha sempre un po’ contestato. Ed infine ha ragione quando dice che internet e tutte ‘ste modernità rovinano le Guide alpine, il loro posto è sulle montagne, non a rispondere alle mail dei perditempo, uno dei quali, modestamente, è l’autore di queste poche e modeste righe…frase topica, che da sola è tutto il libro: “Anche ferito, la Guida sono io”. E da uno come lui non ci si può aspettare niente di meno.