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Il giorno del giudizio-Gli aiutanti
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Il giorno del giudizio-Gli aiutanti - Giorgio Agamben - copertina
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giorno del giudizio-Gli aiutanti

Descrizione


Come apparirà il mondo nel Giorno del Giudizio? Una breve, folgorante meditazione sulla memoria e sull'oblio, su quel che si perde e quel che si salva. Con cinque fotografie di Mario Dondero e un dagherrotipo.
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Dettagli

2004
Tascabile
17 febbraio 2004
32 p., ill. , Brossura
9788874520336

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alberto pierobon
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Un altro libriccino di Agamben, come sempre denso che prende a pretesto la flanerie (o "deriva") fotografica che ci "convoca" ("il soggetto ripreso nella foto esige da noi qualcosa") anche nei dagherrotipi che mostrano le relazioni segrete fra gesto e fotografia, una sorta di escatologia del gesto colta dai bravi fotografi, senza "però, togliere nulla alla storicità e alla singolarità dell'evento fotografato". Siamo per l'A. fuori dall'estetico "piuttosto un'esigenza di redenzione. L'immagine fotografica è sempre più che un'immagine: è il luogo di uno scarto, di uno squarcio sublime fra il sensibile e l'intellegibile, fra la copia e la realtà, fra il ricordo e la speranza". Gli "aiutanti" sono le figure crepuscolari di Benjamin incompiute, "metà geni celesti e metà demoni", inaiutabili epperciò "in qualche modo" traditi da noi. Sono anche fra le cose, non esistendo però una genizah (ove gli ebrei conservano i vecchi libri illegibili, perchè potrebbe pur esserci scritto il nome di Dio). Ma gli aiutanti riconoscono gli "uomini dell'invisibile, cioè gli angeli e gli altri messaggeri che si nasconeono in forme umane o animali" . La sbadataggine è un anticipo della redenzione "quando il messia verrà, lo storto diventerà diritto, l'impaccio spigliatezza e l'oblio si ricorderà di se stesso". "L'aiutante è la figura di quel che si perde. O, meglio, della relazione col perduto". Perchè "In ogni istante, l amisura di oblio e di rovina, lo scialo ontologico che portiamo in noi stessi eccede di gran lunga la pietà dei nostri ricordi e della nostra coscienza (..) Ciò che il perduto esige non è di essere ricordato o esaudito, ma di restare in noi in quanto dimenticato, in quanto perduto e, unicamente per questo indimenticabile. In tutto questo l'aiutante è di casa". Afflati mistici, affermazioni da meditare, talvolta indecifrabili, ma non potabilizzabili , per quanto abbiamo appreso dalla forza del linguaggio e delle idee.

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Conosci l'autore

Giorgio Agamben

1942, Roma

Giorgio Agamben era professore di estetica presso la Facoltà di Design e Arti dell'Istituto Universitario di Architettura di Venezia.Dal 1978 al 1986 ha coordinato per la casa editrice Einaudi l'edizione italiana delle Opere di Walter Benjamin. Con Homo sacer (Einaudi 1995) ha segnato una nuova direzione nel pensiero politico attuale. Ha pubblicato, fra l'altro, Stanze (Einaudi 1977); Infanzia e storia (Einaudi 1978 e 2001); Il linguaggio e la morte (Einaudi 1982); Idea della prosa (Feltrinelli 1985); La comunità che viene (Einaudi 1990; Bollati Boringhieri 2001), Homo sacer (Einaudi 1995), Quel che resta di Auschwitz. L'archivio e il testimone (Bollati Boringhieri 1998); Stato d'eccezione (Bollati Boringhieri 2003); La potenza del pensiero (Neri Pozza 2005), Il regno e la gloria....

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