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Giorno d'estate. Ediz. numerata - Irène Némirovsky - copertina
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Giorno d'estate. Ediz. numerata - Irène Némirovsky - copertina
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Descrizione


"Uscito su "La revue des deux mondes" nel 1935, "Jour d'été" fu il primo di quattro racconti che Irène Némirovsky pubblicò sul periodico francese... La nostra scelta è caduta su "Giurno d'estate" un po' provocatoriamente: in ragione della sua trama elementare, addirittura banale, che non ha altro fine se non quello di narrare un minuscolo episodio della quotidianità coniugale..." Antonio Castronuovo
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Dettagli

2009
5 novembre 2010
35 p., Brossura
9788862260237

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Barbara
Recensioni: 5/5

Cito la nota critica in appendice alla novella. <Nemirovsky, intervista 1930: "...un romanzo ci consente di penetrare in un determinato ambiente: ce ne impregnamo, lo amiamo o lo detestiamo. Ma una novella è una porta che per un istante ci fa intravedere una casa sconosciuta e che subito si richiude". Giorno d'estate è appunto una porta che si dischiude su un minuscolo cosmo di vita e di relazioni -una famiglia della facoltosa borghesia francese- e subito si rinserra. L'autrice non ha molto tempo per accendere la luce della prosa, lo intuisce bene, ma non ne approfitta, anzi sembra optare appositamente per una minima apertura dello spiraglio: ciò che riusciamo a scorgere nell'attimo dell'illuminazione non è altro che lo scorcio di una giornata di tardo giugno. (Ma in quel conciso spazio scenico si consuma la liquefazione di un vincolo matrimoniale, si realizza una "crisi di coppia")...>. Ogni nuova opera letta della Nemirovsky mi convince sempre più della felice intuizione avuta una sera d'inverno acquistando 'L'affare Kurilov' che ha dato poi vita al mio desiderio di scoprirne meglio l'autrice attraverso altre sue opere.

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Laura
Recensioni: 4/5

Irène Némirovsky è maestra nell'arte del racconto. In poche pagine riesce a dipingere e tratteggiare un mondo, facendone intravedere ed immaginare dimensione ed aspetti nascosti. E' la stessa autrice a dichiarare in un'intervista del 1930 che "un romanzo ci consente di penetrare in un determinato ambiente: ce ne impregniamo, lo amiamo o lo detestiamo. Ma una novella è una porta che per un'istante ci fa intravedere una casa sconosciuta e che subito si richiude". In questo brevissimo racconto, con una maestrale descrizione della natura che fa da perfetto scenario allo stato d'animo dei protagonisti tratteggia due storie apparentemente slegate. La crisi di una coppia, da cui trapela l'infelicità e la voglia di evasione di entrambi, a cui si contrappone l'appagamento dell'anziano padre di lei, padrone della villa e di tutto ciò che li circonda. Ad unire le due storie la piccola Anna Maria, certa che l'unica cosa davvero importante sia il suo prossimo compleanno... Leggerlo è come osservare un microscopico acquerello, prezioso e molto più pregevole di un maestoso affresco.

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Mara Marantonio Bernardini
Recensioni: 5/5

Racconto brevissimo, molto intenso che si svolge su due piani, ad una prima occhiata estranei -la gioia primigenia della bimba, la freddezza tra i genitori- ma in realtà intimamente collegati tra loro. E’ il padre di lei la vera causa del dissidio tra i coniugi Simone e Francis; quest’ultimo sconta la scelta di un “matrimonio d’interesse” e ritiene di prendere una decisione da uomo di carattere andandosene di casa, cioè rimuovendo il problema; ma probabilmente non andrà lontano e ritornerà, prima o poi, inevitabilmente, per godersi le lagnanze della consorte e il disprezzo del suocero. Sotto il cielo di una natura calma e indifferente, pulsa il cuore della novella: il contrasto drammatico tra il desiderio di vita della piccola e le miserie degli adulti, sempre più soli e incapaci di amore partecipato ed autentico.

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Conosci l'autore

Irène Némirovsky

1903, Kiev (Ucraina)

Scrittrice ucraina di religione ebraica.Irène Némirovsky, figlia di un ricco banchiere ebreo, fin da giovane venne allevata in modo da parlare fluentemente il francese. Della sua educazione si occupò infatti la tata Zezelle, di madrelingua francofona: la madre di Iréne, Anna Margoulis, non si interessava particolarmente alla formazione della figlia. Oltre al francese, la piccola imparerò il russo e l'inglese. Ben presto purtroppo le leggi razziali cominciarono a mordere: la famiglia Némirovsky si trasferì prima a San Pietroburgo, poi in Finlandia, infine in Svezia.Finchè, nel luglio del 1919 si stabilirono definitivamente in Francia, dopo un avventuroso viaggio in nave. Sembrava che tutto fosse tornato come prima: la famiglia comprò...

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