Il gioco

È un romanzo leggero, spensierato e scritto davvero bene. La curiosità si mantiene alta per tutto il libro anche se effettivamente non succeda poi chissà cosa. È una commedia degli equivoci che strappa un sorriso divertito ad ogni capitolo. Ha un elemento che a me nei romanzi in genere non piace: il dedicare poco spazio agli eventi salienti e più a quelli riempitivi. Qui, invece, funziona benissimo e rende il tutto più godibile. La Nesbit fa un quadro della società di quel periodo storico, post I guerra mondiale, davvero ben fatto e fa percepire fortemente questo bivio in cui si trovarono le donne: tra passato e modernità, tra regole di buon costume e alleggerimento delle briglie. Jane e Lucy sono le eroine che mancavano e che non vogliono assolutamente essere le eroine, romantiche, di un libro. La cosa è evidente anche perché ai "dolci sentimenti" è dedicato il minor spazio possibile. Ingenue ma caparbie si ritrovano senza un soldo e si rimboccano le mani prendendo tutto come se fosse un gioco. Alle (vere) femministe piacerebbero sicuro. Nesbit cara troverò altri tuoi libri e li leggerò!

Sinceramente mi aspettavo di più. Sebbene carina come storia, resa affascinante dalle numerose citazioni letterarie che contiene, è di fatto impregnata da un humor che ho trovato un po’ troppo forzato e che comunque non mi ha conquistato.

Un libro che si gusta come si gusterebbe una fetta di torta. Una lettura confortevole, che regala ore serene e risate sparse, tra uno humour tipicamente inglese e scenette da commedia. La storia di due ragazze orfane che, sul finire della Grande Guerra, affrontano con coraggio le ristrettezze economiche senza perdere il sorriso, diventando donne indipendenti e vivendo la vita come fosse un gioco. Anche se pensato più per gli adulti, Il gioco mantiene tutto il fascino dell'atmosfera fiabesca, confezionata ad arte in una deliziosa cornice vittoriana, dove non mancano richiami a Jane Eyre.