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Il gioco e la guerra nel secondo millennio - copertina
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Il gioco e la guerra nel secondo millennio - copertina

Descrizione


In una prospettiva generale e di lungo periodo, molti sono i piani nei quali il gioco e la guerra s’in contrano, si confrontano e, in alcuni casi, si confondono. Si tratta di una vasta casistica in cui rientrano anzitutto i giochi dalle evidenti finalità di esercizio militare: dalla corsa con le bighe dell’antichità alla regata, alla “battagliola” medievale, fino agli esercizi cavallereschi dell’aristocrazia in età moderna, al limite fra pratica sociale e addestramento bellico. Talvolta, in modo quanto mai ambiguo, guerra e gioco si contrappongono, come in quelli che oggi consideriamo i “Giochi” per eccellenza, le Olimpiadi, competizioni che intendono essere un (pro)motore di pace ma rappresentano anche, come alcuni sport di massa, una “guerra senza armi”. L’intreccio tra conflitto e gioco si fa poi esplicito in operazioni di carattere dichiaratamente militare, quali le grandi manovre degli eserciti o l’utilizzazione di war game da parte di stati maggiori e scuole di guerra. La stessa guerra, nella misura in cui accentua la dimensione mitica, esalta il caso e deresponsabilizza chi vi prende parte, può risultare un’esperienza psicologicamente simile a quella ludica. Sono temi delicati e complessi, affrontati in undici studi di specialisti della materia.

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Dettagli

2009
17 dicembre 2008
224 p., ill. , Brossura
9788883343551

La recensione di IBS

In una prospettiva generale e di lungo periodo, molti sono i piani nei quali il gioco e la guerra s'in contrano, si confrontano e, in alcuni casi, si confondono. Si tratta di una vasta casistica in cui rientrano anzitutto i giochi dalle evidenti finalità di esercizio militare: dalla corsa con le bighe dell'antichità alla regata, alla "battagliola" medievale, fino agli esercizi cavallereschi dell'aristocrazia in età moderna, al limite fra pratica sociale e addestramento bellico. Talvolta, in modo quanto mai ambiguo, guerra e gioco si contrappongono, come in quelli che oggi consideriamo i "Giochi" per eccellenza, le Olimpiadi, competizioni che intendono essere un (pro)motore di pace ma rappresentano anche, come alcuni sport di massa, una "guerra senza armi". L'intreccio tra conflitto e gioco si fa poi esplicito in operazioni di carattere dichiaratamente militare, quali le grandi manovre degli eserciti o l'utilizzazione di war game da parte di stati maggiori e scuole di guerra. La stessa guerra, nella misura in cui accentua la dimensione mitica, esalta il caso e deresponsabilizza chi vi prende parte, può risultare un'esperienza psicologicamente simile a quella ludica. Sono temi delicati e complessi, affrontati in undici studi di specialisti della materia.

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