Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Il giardino nella macchina. La nuova scienza della vita artificiale - Claus Emmeche - copertina
Il giardino nella macchina. La nuova scienza della vita artificiale - Claus Emmeche - copertina
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 2 liste dei desideri
Il giardino nella macchina. La nuova scienza della vita artificiale
Disponibile in 2 giorni lavorativi
11,69 €
11,69 €
Disp. in 2 gg lavorativi
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
IlLibroRaro Srls
11,69 € + 4,00 € Spedizione
disponibile in 2 giorni lavorativi disponibile in 2 giorni lavorativi
Info
Usato Usato - Ottima condizione
Libraccio
11,36 € + costi di spedizione
Usato
Aggiungi al carrello
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
IlLibroRaro Srls
11,69 € + 4,00 € Spedizione
disponibile in 2 giorni lavorativi disponibile in 2 giorni lavorativi
Info
Usato Usato - Ottima condizione
Libraccio
11,36 € + costi di spedizione
Usato
Aggiungi al carrello
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Il giardino nella macchina. La nuova scienza della vita artificiale - Claus Emmeche - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Descrizione


Che cos'è la vita? E' soltanto ciò che ci è familiare dal punto di vista biologico o è un insieme infinitamente complesso di configurazioni simulabili da un calcolatore? La possibilità di infondere vita in una macchina in che modo modificherà il significato attribuito al nostro stesso essere vivi? Dinanzi all'enfasi su ciò che è virtuale e sugli aspetti computazionali e astratti, il naturalismo delle scienze si percepisce soggetto a minaccia e v'è chi, non senza qualche ragione, vede nel nuovo paradigma fondato sul computer nient'altro che un'espressione dell'alienazione postmoderna, un passo ulteriore verso la sterilizzazione dell'ambiente, un tentativo del Sistema, certo a livello teorico, di confiscare quel che resta degli aspetti "verdi" dell'esistenza.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

1996
14 marzo 1996
208 p.
9788833909776

Voce della critica


recensione di Pogliano, C., L'Indice 1996, n. 6

Più di trent'anni fa, lo storico Leo Marx intitolava "The Machine in the Garden* un suo libro sulle forti idealità pastorali che la cultura americana venne vagheggiando, nel corso del XIX secolo, di fronte agli sconvolgimenti prodotti dal progresso tecnologico.Oggi un biologo danese inverte i termini di quella polarità metaforica (macchina-giardino) narrando le sorprendenti avventure di un programma scientifico di ricerca, che avendo pochi anni di vita è ancora notizia fresca e curiosa per il pubblico non specialista. Il nome del programma può trarre in inganno: "vita artificiale" non ha nulla a che vedere con i sistemi impiegati per prolungare oltretempo l'esistenza di un organismo, n‚ si riferisce alle procedure di alterazione genetica mediante cui le biotecnologie sanno produrre macrobanane o supertopi, e forse in futuro uomini definiti da qualche imprevedibile prefisso. L'"artificiale" in questione è invece dello stesso genere che, esattamente quarant'anni fa, indusse la Rockefeller Foundation a finanziare il giovanile azzardo di alcuni matematici e logici cui pareva fattibile un'intelligenza non umana.Dal computer, che stava allora muovendo i primi passi, quei visionari scommisero di ricevere risposte che sarebbero state considerate "intelligenti" se fornite da un cervello vero e proprio.Si trattava di mettere finalmente alla prova il celebre "test" di Turing, e far sì che il comportamento della macchina fosse in certi casi indistinguibile da quello umano.Dal che verranno, com'è noto, tutte le tortuose (e talvolta tempestose) vicissitudini dell'intelligenza artificiale. Mentre nell'ordine naturale la vita precede l'intelligenza, occorre notare come il contrario avvenga in quello della simulazione.Intelligenza e vita artificiale hanno tuttavia questo in comune, d'esistere soltanto grazie ai modelli matematici che ne stabiliscono i caratteri, le possibilità, i limiti."La vita può essere calcolata perché realizza di per sé forme generali di movimento, forme di elaborazione, che sono di natura computazionale.Se la vita è una macchina, la stessa macchina può diventare viva.Il calcolatore può essere la strada per arrivare alla vita".Cercando di spiegare come tutto ciò sia recentemente accaduto, e stia tuttora accadendo, il libro di Emmeche richiede al lettore un certo impegno, benché sia scritto con sufficiente chiarezza e (qualità non così frequente) molto ben tradotto.
È ancora bambina l'idea di creare per mezzo del calcolatore una vita completamente nuova: risale infatti al settembre 1987 il primo congresso internazionale che a Los Alamos (New Mexico) vide discuterne centosessanta tra fisici, informatici, biologi, antropologi e filosofi.Nel febbraio 1990 si tenne a Santa Fe un secondo workshop, e nel dicembre 1991 anche l'Europa si mosse con un seminario parigino.Queste le date significative, anche se, a voler cercare qualche precursore, vengono senz'altro in mente il nome di John von Neumann e l'intuizione, che egli ebbe negli anni quaranta, di automi congegnati in modo tale da autoriprodursi.Ma si può davvero parlare di "vita" in assenza di quei composti del carbonio che sino a oggi l'hanno denotata e specificata?Ci può essere vita senza materia?Ebbene, l'ipotesi portante della vita artificiale consiste proprio nel sostenere che l'immagine logica di un organismo risulti separabile dalla sua base materiale costruttiva, o che la sua "vitalità" provenga non già dai tessuti bensì dalla configurazione, dalla forma.
Su che cosa sia la vita, l'intero percorso del pensiero filosofico e scientifico è venuto via via interrogandosi con responsi sempre mutevoli nel tempo e contrastanti fra loro. A seconda delle branche della biologia moderna se ne danno definizioni differenti: fisiologica, metabolica, biochimica, genetica, termodinamica.Storicamente, è stata soprattutto la tecnologia dominante di un'epoca a fornire le metafore capaci di descrivere il vivente: così lo si è dapprima visto come una apparato meccanico a orologeria, smontabile in parti ciascuna avente la propria funzione; più tardi come una struttura termodinamica che consuma energia per combustione e produce lavoro sviluppando calore; da qualche decennio, infine, si tende a supporre che il vivente sia nient'altro che un sistema naturale elaboratore d'informazione, provvisto di organi sensori-motori e reattivo al mondo esterno.
Perché il programma della vita artificiale abbia senso, la vita deve apparire, senza mezzi termini, quale informazione.All'origine di tutto ciò sta ovviamente il computer, che Emmeche chiama "strumento d'osservazione", in grado di scrutare universi di forme nuove, non diversamente da quel microscopio in cui tre secoli addietro Anton Van Leeuwenhoek scoprì l'esistenza di esseri fantastici in una goccia d'acqua o di sperma.Oggi il calcolatore, speculum mundi, sembrerebbe ulteriormente affinare la visione microscopica, permettendole di attingere strutture più profonde, generate dal formalismo matematico.Certo, si è ancora dubbiosi circa l'essere di quel mondo sintetico, e una domanda, che sorge spontanea intorno alla vita artificiale e digitale, ripropone anche l'antica questione del rapporto fra matematica e realtà: "Ciò che si vede è soltanto qualcosa che l'uomo ha costruito, oppure le immagini generate al calcolatore descrivono una realtà indipendente?".
Nel testo il lettore troverà alcuni esempi di vita artificiale, e potrà giudicarne la plausibilità: stormi di uccelli in volo, processi evolutivi simulati, reti genetiche.Qui però importa soprattutto riprendere una particolare conseguenza segnalata dall'autore, ossia il fondato sospetto che l'esplorazione in corso ci inviti a ripensare radicalmente assiomi concetti e prospettive correnti, sino ad accorgerci "che le nostre teorie poggiano su fondamenta di sabbia mobili". Il naturalismo delle scienze naturali può sentirsi minacciato dalla nuova "biologia del possibile", così come (si potrebbe aggiungere) i giochi della realtà virtuale mettono in discussione le certezze del realismo ingenuo. Se le molte obiezioni sollevate nei confronti della vita artificiale costringono i suoi artefici a perfezionare strumenti e argomenti, d'altro canto questi esprimono e rivelano, secondo Emmeche, l'emergere di un insieme di scienze "postmoderne", le quali anteporrebbero, all'asserire com'è il mondo qui e ora, la sfida di congetturare come potrebbe essere, o addirittura il desiderio di creare con risorse computazionali una serie innumerevole di altri mondi.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore