Germine Lacerteux

In genere nelle recensioni di un libro cerco un suggerimento, un indizio che mi aiuti a capire se quel certo libro può piacere anche a me. Una volta mi fidavo della quarta di copertina, ma ora la scrivono dei geni del male e ogni libro pubblicato è “fantastico” oppure “un capolavoro” oppure “il libro di cui tutti parlano” (forse sono un tipo taciturno ed è questo il problema …?). Beh a farla breve mi dispiaceva che “Germinie Lacerteux” non avesse neanche una recensione che invitasse qualcuno a leggere questo (ovviamente fantastico) libro. Leggete “Germinie” se vi piace Emile Zola (quello de “L’Assomoir”). Se non avete letto Zola e non sapete se vi piace, beh leggetelo (ovviamente ha scritto dei capolavori). Se davvero non avete letto Zola, magari vi piacciono lo stesso le analisi oggettive, “scientifiche” e “svisceranti” di persone, psicologie e stili di vita. I fratelli Goncourt in “Germinie” sono riusciti a fare qualcosa che a Zola secondo me è sfuggito: analizzare e descrivere in maniera fotografica l’amore, o meglio la progressione da un sentimento felice e luminoso che diventa ossessione e infine autodistruzione. Ah non c’è niente di neanche vagamente erotico nel libro però se vi piace poter dire “Te l’avevo detto che non poteva finir bene”, ecco “Germinie” vi piacerà come è piaciuto a me.