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Gay. La guida italiana in 150 voci - copertina
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Descrizione


La presenza delle identità fondate sulle differenze di orientamento sessuale e di genere ha ottenuto, in questi ultimi quindici anni, una forte visibilità e un peso considerevole nel costume, nella cultura e nella società, al punto di diventare un indicatore privilegiato dei fenomeni di trasformazione dell'Italia di oggi. Questo libro vuole essere un agile strumento per imparare a leggere lo sfaccettato mondo gay, una guida costituita da singole voci disposte in ordine alfabetico: figure, luoghi, persone, temi, abitudini, comportamenti, linguaggi, sorprese e stereotipi che compongono l'identità gay in Italia.
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Dettagli

2006
12 settembre 2006
VIII-312 p., Brossura
9788804543862

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 3/5
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Antonio56
Recensioni: 5/5

Libro bellissimo che mancava in Italia e che suggerisco come regalo e lettura personale.

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Salvo
Recensioni: 2/5

Non c'è da stupirsi se questo libro è di parte: uno dei curatori è il responsabile culturale dell'ARCIGAY (l'associazione italiana che monopolizza da 20 anni il mondo gay italiano, e che non è certo ideologicamente indipendente). Di certo non poteva dare contro alla sua associazione o mettere in cattiva luce le dinamiche consolidate del suo movimento (che si reggono proprio sulla scarsa cultura e sulla parzialità). Un testo decisamente fazioso e incompleto. Da qui l'abbondanza di luoghi comuni e di cose bollite e ribollite propinate come la dimostrazione che le cose non potevano andare meglio di come sono andate (ed è falso), spacciando una realtà litigiosa e inconcludente come una comunità gay rodata e di successo. Un occasione mancata (e mi spiace per la Mondadori perchè si è giocata una bella opportunità)proprio quando c'era bisogno di qualcosa di meglio.

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Wally Rainbow
Recensioni: 2/5

In molti paesi stranieri i "dizionari gay" sono presenti da anni in libreria e in edizioni prestigiose (in Francia ne ha fatto uno persino la Larousse). In Italia sono una novità abbastanza difficile da gestire, perlomeno a giudicare da questo primo esperimento. I curatori hanno interpellato una cinquantina di esperti per preparare le 150 voci che dovrebbero fare chiarezza su termini, situazioni e personaggi del mondo gay. L'idea è buona, ma il risultato è discontinuo e talvolta lacunoso. Più che una guida per tutti sembra un testo che si rivolge a chi ha già dimestichezza con l'argomento e con le frequenti citazioni "colte" che fanno capolino nel testo. Inoltre, nel 2006, non ha più molto senso proporre una guida solo "gay" e solo "italiana", visto che la comunità gay è da sempre globalizzata per definizione (la parola "gay" è forse di origine italiana?) e da sempre in contatto con quella lesbica (alla quale non viene dedicata nemmeno una voce). Volendo essere ulteriormente polemici si potrebbe dire che questo testo da molto spazio ai luoghi comuni e superati(un'intera voce dedicata al film "IL VIZIETTO", a cui è dedicata pure la copertina), mentre si trascurano realtà contemporanee e ormai diffuse come la metrosexuality, glissando abilmente sugli argomenti più impegnativi (che sono il pezzo forte dei dizionari gay esteri). Inoltre si presenta la realtà gay italiana come qualcosa di ben avviato e determinante nei progressi della condizione omosessuale, omettendo i suoi fallimenti, le sue carenze ed evitando scomodi confronti con le meglio organizzate realtà europee e anglofone (verso le quali la migliorata condizione degli omosessuali italiani ha comunque dei debiti ENORMI). Nonostante alcune voci siano trattate in maniera esaustiva e professionale resta il fatto che se una persona volesse avere il suo primo contatto col mondo gay partendo da questo libro ne avrebbe comunque una visione banale, parziale, datata e tuttosommato confusa.

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Recensioni

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Voce della critica

In molti altri paesi occidentali i repertori dell'identità culturale gay (e di molti suoi aspetti specifici: il cinema, la letteratura ecc.) sono legioni. In Italia, invece, Gay è un'autentica novità editoriale. Dato di fatto che non solo va a onore dei curatori Daniele Del Pozzo e Luca Scarlini, ma serve anche a disperdere un venticello persistente che va spirando per le pagine culturali e i volumi di saggistica. Questo refolo diffonde una lieta novella: ormai i gay stanno per vedersi riconosciuti tutti i diritti un tempo negati (restano solo da sbrigare quattro formalità); intanto l'omosessualità è di gran moda, tanto accettata che l'idea stessa di identità è diventata un ferrovecchio: perciò possiamo sbarazzarcene e goderci l'ebbrezza del mondo post-gay. Teorie non del tutto campate in aria, ma tanto estreme da assolvere oggettivamente una funzione reazionaria. In realtà, nel nostro paese le cose stanno in modo ben diverso. Gli adolescenti gay continuano a suicidarsi molto più dei loro coetanei etero. Nessuna legge ha ancora riconosciuto i "diritti omosessuali" (anzi, spiace smentire la bella prefazione di Gianni Vattimo, ma non è vero che in Italia siano almeno scomparse le "leggi esplicitamente omofobe": al contrario, non ce n'erano mai state fino all'altro ieri, cioè fino alla legge 40/2004). E per finire, rimbomba il silenzio degli intellettuali gay italiani, quasi tutti scandalosamente non dichiarati, "velati".
Certo l'identità omosessuale costituisce – rispetto ad altre identità discriminate – un oggetto politico anomalo, e Gay lo dimostra. Tra i centocinquanta microsaggi del libro troviamo voci come "Genere", "Discriminazione", "Pride", che affrontano la condizione omosessuale e la battaglia contro l'omofobia: pagine dure, in qualche caso tragiche, sempre ispirate da un sobrio e sano sdegno. (Casomai, corrono il rischio di un eccesso di aridità: la teoria gay-lesbica e gender ha urgente bisogno di trovarsi uno Žižek che ne coaguli il linguaggio.) Ma alfabeticamente mescolate alle prime, altre voci presentano figure cult del mondo dello spettacolo, dei media, della moda: Maria Callas (il personaggio più che l'artista), Renato Zero, o Eva Robin's, che oggi "disegna, decora, modella" ed è una "instancabile pattinatrice". Il contrasto può riuscire sconcertante per chi non è disposto ad affiancare Mina e Madonna a Che Guevara e a Malcolm X. Ma la premessa implicita è che determinate esperienze estetiche – complesse o elementari che siano, ma vissute comunque con un misto di ironia, fandom, malinconia e sfrontatezza – costituiscono, prima ancora della lotta politica e perfino più della pratica erotica (di cui Gay parla pochissimo), il cuore dell'identità gay: uno specchio in cui molti omosessuali si sono riflessi ben prima di sapersi tali. Per questo nella marcia del Gay Pride l'elemento ludico, il "falsetto" che puntualmente irrita i benpensanti (e i "velati" di cui sopra), non è un capriccio o uno stratagemma pubblicitario, ma un contenuto da rivendicare: qualcosa di leggero e necessario come gli stendardi al palio di Siena.
Gay è un libro nuovo e prezioso, che attesta la vitalità e la competenza raggiunte dalla cultura gay (penso a "esperti" come Walter Siti per la voce "palestra", Fabio Cleto per "camp", Sergio Lo Giudice per "scuola"). I curatori dichiarano apertamente che il volume non vuole essere un'enciclopedia ma solo un intreccio di suggestioni. Nelle auspicabili prossime edizioni sarebbe bello conservare questa impostazione di base, che ha permesso il felice recupero di figure meno note come Lisetta Carmi o Nino Gennaro, ma permettersi anche qualche intervento più deciso. Ci sono piccoli problemi: di completezza (non vengono mai neppure citati, per esempio, Mauro Curradi e soprattutto Gian Carlo Menotti); di coerenza interna (stride con la lettera e lo spirito dell'intero libro la pagina in cui Michele Bordin attribuisce l'omosessualità di Saba a uno "sviluppo psichico disarmonico"); di trasparenza (perché non spiegare in apertura i criteri di selezione delle voci, e in particolare la quasi totale assenza del lesbismo?).
Sarebbe bello, infine, riuscire a parlare con più nettezza di questioni controverse come il rapporto difficile tra Pasolini e le associazioni gay, o le discusse scelte commerciali e politiche del maggiore sito gay italiano, Gay.it. Sono aspetti di un problema ben più ampio. Il movimento omosessuale di oggi (tranne per una significativa ma minoritaria ala radicale) segue con soddisfazione l'accresciuta spendibilità mediatica e di mercato del gay; accetta, politicamente e soprattutto simbolicamente, il sistema liberaldemocratico in cui viviamo; concepisce i propri obiettivi come semplici "diritti civili". Tutto ciò ha davvero ben poco a che fare con gli insegnamenti, diversamente rivoluzionari, dei suoi due principali guru: il padre selvaggio, Pasolini, e l'enfant prodige, Mario Mieli. Che fare? Una guida come Gay non può fornirci la risposta, ma può aiutarci ad affrontare la domanda.
  Tommaso Giartosio

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