La gang

Ambientato nella contea di Lanark (Lanarkshire), che comprende buona parte di Glasgow e sua conurbazione, dove il benessere è evaporato per la crisi industriale e il degrado regna sovrano. Il romanzo abbraccia un arco temporale di otto anni, dal 2004 al 2012 e si può dividere in tre periodi: lotte tra bande di ragazzi, seguite, in età più matura, da rovinose cadute nel tunnel della droga e, infine, un tentativo di riscatto morale. Azzy Williams, a quattordici anni, entra a far parte della gang dello Young Team che combatte con altre gangs non solo per il controllo e dominio del territorio, ma anche per motivi religiosi, scontri tra cattolici e protestanti. Gli scontri tra bande giungono anche ad episodi di violenza feroce, con accoltellamenti, e perfino in pestaggi a scuola, seguiti da sospensioni e denunce alla polizia. Quattro anni dopo, la situazione peggiora poiché i componenti della gang sprofondano nel tunnel della droga, al punto di rischiare sovente morte per overdose. Sparito dalla circolazione e ritiratosi per 3 anni a Newcastle Upon Tyne, Azzy torna a casa e cerca una via di redenzione dalla droga e dagli spacciatori, un arduo percorso di riscatto. Non è un romanzo facile per chi non abbia mai assaporato droghe e conosciuto questo mondo infernale, ma sicuramente è un racconto potente ed emozionante. All’inizio si fa gran fatica a capire il linguaggio sgrammaticato e maccheronico dei ragazzi di strada, ma lo si trova divertente anche per battute inaspettate. Azzy stesso è “piccola mosca del cazzo nella minestra”; il padre morto: “fantasma vendicativo che svolazza per la casa”; la preside: “c’ha quella faccia che ti gela anche l’inferno” (citazione quasi dantesca!); quando è preso a botte: “sento già un po’ di bitorzoli”. Il problema: per un lettore estraneo a questo mondo, 400 pagine (come dire 400 Km, quasi 10 maratone) sono troppe da digerire e si sente sommerso da questo diluvio di parole. Un taglio di un buon 30% del testo gli avrebbe giovato.

Violenza giovanile, slang scozzese, abuso di sostanze e l' incedere malinconico del tempo accompagnano il percorso interiore del protagonista nella periferia di Glasgow dei primi Duemila. Il contrasto tra il registro espressivo scelto e l' elevatezza del messaggio che questo libro porta in dote contribuisce a renderlo un gioiello della cultura underground. Non adatto a tutti, ma pur sempre un gioiello.