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Recensioni G.

G. di John Berger
Recensioni: 3/5
Vincitore del Man Booker Prize 1972

Figlio di un ricco commerciante livornese e della sua giovane amante nordamericana, G. viene concepito nel 1886, quattro anni dopo la morte di Garibaldi, l'eroe che ha incitato la nazione a diventare se stessa, l'uomo che a ogni italiano sarebbe piaciuto essere. Il suo apprendistato alla vita si svolge nella campagna inglese, affidato alle cure dei cugini materni Beatrice e Jocelyn, superstiti di una famiglia aristocratica decaduta e di una classe sociale in estinzione. Allontanato dalla madre e dal padre, condannato fin dall'origine al destino di chi non ha patria né appartenenza, G. incarna fino in fondo l'individuo contemporaneo in bilico tra libertà e solitudine, invenzione di sé e autodistruzione. Lo troveremo, raffinato involontario europeo ante litteram, nelle principali città degli stati-nazione degli anni a cavallo tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento: Parigi, Milano, Londra, Trieste. Cosmopolita, poliglotta, innamorato di altrove, costeggerà con l'interesse freddo dell'osservatore distante i grandi rivolgimenti storici, politici, sociali, tecnologici della sua epoca, spingendo il suo sprezzo per la vita "come ci è data" fino a morirne. )
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