I fuoriposto

Uno dei romanzi più belli letti negli ultimi anni. Libro che unisce il romanzo d'avventura e il romanzo di formazione, i fuoriposto racconta le vicende di quattro ragazzini miserabili che vivono in un paesino del Salento nel 1946, che per salvare la vita a una ragazza dovranno mettere in piedi un'impresa epica e intrufolarsi in una sorta di campo profughi che l'esercito inglese ha allestito nella zona. La storia è molto avventurosa, movimentata, a tratti esilarante. Le disavventure vissute dai protagonisti sono fantastiche, eppure sempre così calate nella realtà storica da risultare credibili. Tutto il libro scorre via facilmente, tra momenti di commozione e divertimento, e alla fine ti lascia con la sensazione di aver vissuto una bellissima avventura. Consigliatissimo a tutti.

Scrittura poco piacevole da seguire. Eccessivi i richiami alle forme dialettali, quasi a marcare l'interesse del libro ad un pubblico limitato all'ambito locale. Senza ambizioni.

I “fuoriposto” che danno il titolo all’ultimo romanzo di Cosimo Buccarella non sono affatto fuoriposto, a mio parere. Sono una banda di ragazzi pugliesi, un’Armata Brancaleone giovanile vestita di stracci ma dotata di acume intellettuale, che all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale compie un’impresa che ha dell’eroico, del picaresco e del truffaldino, ma porta a un risultato sensazionale. Grazie a questo rito di passaggio entreranno ufficialmente nell’età adulta, e lo faranno dalla porta principale, quella legata ai sentimenti nobili. Ma andiamo con ordine. Ho conosciuto la scrittura di Cosimo Buccarella leggendo “Brave persone”, romanzo complesso, soprattutto per quanto riguarda i sentimenti e le finalità del nostro agire. Mi aveva colpito molto, l’autore era stato in grado di prendermi per mano e non abbandonarmi mai durante tutta la lettura, fino a farmi sprofondare nel finale, niente affatto scontato. Mi ero augurata che le opere di questo scrittore trovassero un degno sbocco editoriale e questo per fortuna è successo proprio con “I fuoriposto”. Alla base di quest’opera c’è una ricerca storica approfondita, originale e molto dettagliata. La mirabolante azione si svolge in un campo profughi per ebrei scampati alla Shoah gestito dagli inglesi, realmente esistito in Puglia nei pressi di Santa Maria al Bagno, e che c’è un altro accorgimento narrativo stupefacente che ci trascina con sé, grazie a uno scassato mezzo autocostruito, di cui i ragazzi si appropriano per distogliere l’attenzione dei sorveglianti del campo. I caratteri dei quattro ragazzi tredicenni sono pennellati con sapienza, il ritmo della narrazione è dapprima lento, poi diventa incalzante nel finale, che è davvero travolgente. Questo romanzo storico si fa leggere quasi come un thriller, si tiene con il fiato sospeso, per arrivare a capire se la sorella del protagonista, se la caverà. Consigliatissimo!