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Una lettura alquanto deludente. Evidentemente la Ravera di “Porci con le ali” non esiste più. Il tono prevalente è una condiscendenza velata dal buonismo… Il tentativo di instaurare un “dialogo” con Erika de Nardo mi pare fittizio; ben più presente è invece un certo qual compiacimento dell’autrice, temprato dalla consolante convinzione per cui “siete tutti egoisti”, voi giovani. Una variazione sul tema “i giovani sono tutti stupidi”. Colpisce inoltre un certo qual gratuito affondo contro la famiglia della ragazza che viene, in ultima analisi, dipinta come responsabile vera e ultima della tragedia, quasi “colpevole” di averle instillato il “freddo dentro” che l’avrebbe portata a uccidere. Non penso che un’assassina, sia pur minorenne – il che, si sa, comporta una miriade di giustificazioni e scusanti – abbia bisogno di paternalismo né di tenerezze superflue. Ed i tentativi della Ravera di raccontare d’esser stata, da giovane, “simile” ed Erika, avendo avuto conflitti e/o incomprensioni con la madre, ha tutto il sapore di uno sfogo personale che stride non poco con la tragedia, vera e reale di una donna e un bambino massacrati dalla figlia e sorella. Colpisce non poco il tono di sufficienza e malsopportazione riservato al signor De Nardo. Quel “la sento, palpabile, anticipata, la sua antipatia” ed il congetturare financo che forse sia proprio lui a non volere che la figlia incontri la Ravera (per beneficiare di lezioni di scrittura creativa, opportunità negata spesso anche a giovani assai più meritevoli della Erika!) è francamente gratuito. Non penso che la Ravera – o chiunque altro – sol perché scrittrice, possa concedersi il lusso di psicanalizzare e valutare a distanza quest’uomo che si è visto crollare addosso il mondo, e per mano di sua figlia. Valutare il dolore altrui e giudicarne le reazioni non è concesso a nessuno. Per parlare davvero di questa tragedia sarebbe probabilmente il caso di abbandonare i toni pacati e artificiosamente solidali verso la ragazza. Non è di coccole che ha bisogno!
Un libro sul nulla..anche se ben scritto. Ne parla Lei di questa sua mania della buona scrittura...dei suoi corsi di scrittura creativa che voleva proporre ad Erika per studiarla. Non si addentra nelle perizie del caso..nei contatti coi periti. Rivela inconsapevole il suo personale problema di scrittrice e donna irrisolta e che si vive sfidata da un caso...?!!..eh, sì..tutti i paralleli che fa con la sua vita da "vecchia" oramai...i suoi giudizi superficiali sui giovani e anche sul padre di Erika.!. Mi hanno colpito solo le numerose bestemmie di Erika, riportate nel libro...non approfondite, linguisticamente, ed addirittura omesse nel "porco"!! ( per una che ha scritto "Porci senza Ali"!!) E poi perchè l'ellissi sulla dinamica. del fatto...!! Mah, se non ci hai capito nulla e non riesci a capire..non scrivere nulla, non ti pare? A parte il "Dio" della buona scrittura a tutti i costi...Un libro sconfitto in tutti i sensi. Annalisa.
qst libro è spettacolare, sia nei contenuti sia x il fatto che ci ha fatto conoscere la verità,cose che nn si sapevano......in qst libro capiamo di essere stupidi alla nostra età, si , perkè molti pensano di far fuori....x fortuna pochi mettono in pratica.....ci fa capire che la società puo migliorare e che noi dobbiamo prendere atto di cio che erika ha fatto e non imitarlo......ragioniamo cn la nstra testa.....concludo cn il dire che qst è un libro da leggere perchè ci è molto vicino e sapere qualcosa in + su noi stessi ci farebbe bene......
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