La fragile bellezza del giorno

Il protagonista di questo romanzo, Ernesto, è uno scrittore, e nel corso del romanzo leggiamo alcune pagine del romanzo che lui sta scrivendo (il romanzo nel romanzo), che è esattamente speculare alla vicenda narrata, anzi ne è praticamente la copia scritta con altre parole. In questa finzione al quadrato il nipote del protagonista dice che da grande vorrà fare lo scrittore. "E cosa vuoi scrivere? Storie fantastiche?" gli chiede il padre. "No, cose normali" è la risposta del ragazzino. Ecco, questo romanzo di Montefoschi è tutto qui: cose normali, la normale esperienza di un neo-vedovo, che fatica a riprendersi per l'assenza della moglie amata, con la quale ha condiviso una vita, e che comunque per riprendersi avvia una storia con una donna di 20 anni più giovane. Quasi tutto dialoghi, con poche descrizioni di Roma, luogo dove si svolge la vicenda, e un susseguirsi di quelle scene che sono capitate a tutte le coppie che hanno vissuto insieme almeno una ventina d'anni. Tutto qui. Un romanzo dotato di una scrittura piana, veloce, che si fa leggere, ma nello stesso tempo un romanzo esile, sussurrato, che narra qualcosa che non conquista e che presto si dimentica. Più che "fragile bellezza del giorno" (titolo che suona tanto operazione di mercato) avrebbe dovuto intitolarsi "noiosa quotidianità del vivere": sarebbe stato più sincero!

romanzo intimistico ma non bello, Montefoschi no è il mio scrittore, molti dialoghi poco interessanti, il nuovo amore lotta con i ricordi. Tutto qui.Pochino