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Il libro si presenta in modo nettamente diverso da altri libri di Böll. Innanzitutto per lo stile narrativo, qui improntato alla cronaca pura della vita di Leni Pfeiffer Gruyten, vista attraverso le testimonianze delle persone che la conoscono o l'hanno conosciuta. L'autore intervista ed incontra tutti coloro che in qualche modo sono venuti a contatto con Leni. Bisogna abituarsi un po' a questo stile di narrazione, che a volte sembra quasi esagerato con un continuo uso delle parentesi, di precisazioni, di iniziali per abbreviare le parole. Ma una volta entrati nello spirito giusto il racconto scorre in modo armonico e gradevole. Soprattutto ho potuto riscontrare un uso molto maggiore dell'ironia da parte dell'autore, solitamente secondo me molto più serio. Anche grazie a questa ironia il racconto trova il suo equilibrio. Comunque sia il libro ci mostra, attraverso la figura di Leni e di chi l'ha conosciuta e frequentata, un pezzo di storia della Germania. In buona sostanza si parte dall'inizio del 1900 con il padre di Leni all'inizio degli anni 70 in cui è ambientato il libro. Ed abbiamo uno spaccato molto fedele dei cambiamenti della società tedesca nel corso di quegli anni. Notevoli, secondo me, sono i personaggi del padre di Leni, che da ricco imprenditore di livello nazionale si ritrova a fare il muratore, del vecchio Hoyser, che al contrario diventa ricco e compra la casa di Leni approfittando delle sue difficoltà e debolezze, del fioraio Pelzer, arricchitosi facendo corone per bare, che ha dato da lavorare a Leni ed a colui che sarebbe poi diventato l'amore della sua vita, Boris, prigioniero russo che grazie ad una conoscenza molto altolocata, invece di lavorare in un campo di lavoro nazista lo fa in un laboratorio floreale. Personalmente, fino ad ora, questo è il libro di Böll che ho preferito. Non forse così "alto" come Opinioni di un clown, ma scritto tremendamente bene e ricchissimo di spunti di riflessione e di interesse.
Un racconto che è come un'onda montante, eccessivo e certamente imperfetto, ma all'autore si perdona tutto, anche quando si fa un po' prendere la mano dalla narrazione, perchè il mosaico di personaggi che attorniano e in qualche modo proteggono l'afasica Leni nel suo timido passaggio attravero la Storia della Germania novecentesca, è davvero arte allo stato puro. Un esempio di letteratura vera e grande in cui impegno e umorismo, leggerezza e realtà storica si fondono in un modo impossibile da ritrovare nel romanzo moderno.
Un libro dal contenuto immenso. Gli devo molto: commosso dai testi delle canzoni che leni ruba ai poeti del suo amore russo mi sono riavvicinato, dopo tanta astinenza, alla poesia. Subito dopo averlo letto ho comprato Hölderlin, Trakl e dicendomi perché no, in ricordo di Boll e della mamma di leni, pure yeats. Lo consiglio vivamente.
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