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Finito Pagg. 248 "La forza di gravità" di Francesc Serès. 17 storie. 17 destini. 17 anime. In una Barcellona vacanziera e spensierata, nottambula e turistica, ci sono angoli (la catalogna) spigolosi, irti, dove la "forza di gravità" è maggiore che in qualsiasi altro posto. E in questi spazi quasi dimenticati dal tempo la gente deve scendere a patti con la realtà per evitare di essere cannibalizzata da una società che si pulisce i denti con i propri figli. 17 storie raccontate in prima, seconda e terza persona con un misto di rassegnazione e orgoglio E nei brevi viaggi narrativi una grande umanità di antieroi che, nel muto silenzio dell'anima, percorre una strada apparentemente senza via d'uscita. I giorni passano senza infamia e senza lode e le cose accadono perché devono accadere. Storie mute dove lo sguardo è fisso su un orizzonte dietro le spalle, sbiadito dai ricordi e da una dolce nostalgia. Un'umanità pulita, onesta con se stessa, che vive, cresce e muore ai margini, e che, nel suo inconfessabile silenzio, contribuisce all'avanzare di quella parte di società che bada più al cuore che al ragionale protocollo di una mente contorta. L'utilizzo delle seconda persona contribuisce alla condivisione del dolore, una trasposizione di personaggi accomulati dallo stesso beffardo destino; uno stesso filo conduttore che li muove, i personaggi, in una realtà temporale ciclica e inarrestabile. "...tutto rimarrà lì sulla montagna e da nessuna parte se ne dirà mai niente di niente. Queste cose fanno paura perché non smettono mai di essere segrete, perché, sebbene si sappia sino a che punto i fatti siano gravi, non si vogliono mai accettare del tutto, per questo finiscono con l'essere dei segreti, i segreti meglio conservati sono quelli che nessuno vuole sapere..."
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