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Molto interessante il romanzo di Laura Schiavini, si legge d'un fiato, sia per la piacevolissima scrittura dell'autrice, che per l'originalità della trama. Una vendetta non facile da portare a termine quella della scrittrice Loriana Lamberti! La trama è intrigante, tessuta in maniera elaborata e rifinita nei particolari, riesce a coinvolgere il lettore fino all'ultimo, o meglio, agli insoliti due finali. Lorena, una donna trasgressiva, dalla personalità controversa, spregiudicata, infelice, predestinata, è un personaggio interessante, a cui solo una scrittrice di talento poteva dare vita! E, aggiungo, con attitudine alla recitazione. Se il lettore non fosse stato avvertito dal parere dell'editore e dal breve riassunto, il gioco della sorpresa finale sarebbe una genialità! Complimenti, è un romanzo da leggere!
Il succo del romanzo è tutto concentrato a pagina 161: “…in Italia tutti vogliono scrivere, ma pochi leggono”. Pe fortuna l’autrice trova anche il coraggio di dire come funzionano davvero le cose nell’ambiente editoriale del Bel Paese. Il che giustificherebbe l’incredibile piano che Loriana (Lorena nel romanzo dentro al romanzo) e il fidanzato Roby mettono a punto per vendicare il parere negativo di D’Ambrosi (Daniele Aloisi nel romanzo dentro al romanzo) relativo ad un manoscritto che la prima vorrebbe pubblicare. Sogno che D’Ambrosi potrebbe realizzare essendo titolare di una cooperativa per aspiranti scrittori, oltre cha autore affermato, se non peccasse troppo di superbia, scatenando un’ira diabolica che, a ben vedere, potrebbe benissimo essere letta sulle pagine della cronaca di qualsiasi quotidiano. Un incontro (per nulla) casuale tra i due incuriosisce l’uomo, e non solo dal punto di vista intellettuale. Lei gli racconta la storia della sua vita, in un intreccio zeppo di personaggi malsani, di ruffiani, di “troie e cagne (che) partoriscono in mezz’ora, ma le cagne, a differenza delle troie, non abbandonano i loro cuccioli…”. Lui si appassiona alla storia. Lei l’infarcisce di dettagli al limite del sopportabile. La vorrebbe salvare. E, per riuscirci, immagina che il modo migliore sia usare quei racconti spaventosi e drammatici per scriverci un libro. Realtà e fantasia si intrecciano (e creano un po’ di confusione al lettore). I dettagli della vita spregiudicata di Lorena/Loriana raggiungono il proprio climax quando la donna si trova immischiata in un losco giro di droga. Sparisce, come aveva già fatto molte volte nella vita (“Dopo Maria, smisi di uscire sperando di ricreare attorno a me quella condizione di vuoto in cui mi sentivo me stessa e al sicuro”). Poi ritorna, pestata a sangue. Lui la cerca. Ha bisogno di un finale per il suo romanzo. Che rimane aperto. Sotto ogni punto di vista. Ve ne sono ben tre! Da leggere con attenzione. Gian Luca Mario Loncrini
Superata la prima decina di pagine, estremamente fastidiose per le frasi troppo brevi, la storia ti cattura. La trama mi è parsa originale nonostante abbia fiutato qualcosa di Kundera e qualche fragranza di Coelho, quindi un po’ già sentito. L’unica cosa estremamente fastidiosa – mi ha dato la sensazione che l’autrice fosse a corto di paragoni – è il ripetere strazianti di “Lei rise, carta vetrata sulla pelle”, gonna – figli dei fiori appassiti. Incontrati la prima volta piace, ma quando all’ultima pagina hai letto già trenta volte la stessa frase è troppo. È troppo rileggere anche tre volte lo stesso paragrafo. In ultimo, nelle tre narrazioni che s’intrecciano a meraviglia, non si nota una mano distinta. Comunque, una lettura piacevole e irritante allo stesso tempo.
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