Il flâneur all'inferno. Viaggio attorno all'eterno fanciullo

Il flâneur è colui che vaga per la città, senza una meta ben precisa, osserva ciò che succede attorno a lui. Per il filosofo Walter Benjamin , a cui l'autore dedica molte pagine. interpretandone anche un sogno che Benjamin ha riportato, in "Infanzia berlinese, il flâneur. non avendo meta, non guarda l'orologio, per lui "il profitto dell'ozio ha più valore di quello del lavoro". Per l'autore il flâneur ha qualcosa del bambino, del fanciullo eterno. A tal proposito Jung scrive: "L'andare errando del Puer è un simbolo del desiderio, dell'anelito insaziabile che mai trova il suo oggetto, della nostalgia della madre perduta". Con James Hillman si ha un cambio di prospettiva e all'asse Puer/Grande Madre, di Jung, viene sostituito quello del Puer/Senex. Per l'autore il Puer vive entrambe le dimensioni, quella junghiana e quella hillmaniana. L'autore considera Puer anche l'Oblomov di Goncarow e i personaggi dello scrittore svizzero Robert Walser che per compensare "l'idealismo, la disponibilità e la generosità coscienti del Puer, intervengono aspetti di pertinenza dell'Ombra, ovvero l'atteggiamento egocentrico. il cinismo nascosto, la freddezza, l'infedeltà, l'assenza di autoriflessione e di autocontenimento".