Fiordo profondo

È un giallo che si sviluppa lentamente non regala al lettore continue emozioni ma il finale è sorprendente e ben congeniato . Lèggerò il seguito

Non ho termini di paragone per questo libro che è il primo thriller che leggo. La sola nota che ho sentito stonata sarà accordata, credo, nella versione cinematografica che è in programma. Mi ha appassionato, sì; e mi ha appassionato il suo ritmo che cresce in modo costante, senza improvvisi colpi di scena. Un avvicinamento alla verità che si svela lento ma inevitabile attraverso le voci alternate dei protagonisti e i rimandi al passato, agli antefatti. Una costruzione in cui non è la descrizione del delitto a sconvolgere ma il percepire in maniera sempre più netta la “vocazione” dell’assassino al suo gesto. La vicenda in sé non mi è parsa così originale. Anche senza il thriller, abbiamo imparato a capire che dietro l’apparenza di una vita regolare e sana può nascondersi un passato, e quindi un oscuro presente, che la contraddice drammaticamente. Non sono tanto le bugie su cui si costruisce una vita che protegge dal passato, quanto le verità taciute e sepolte dentro se stessi l’elemento scatenante di frane che partono impercettibilmente e diventano valanghe.

Libro piacevole, lettura scorrevole, nulla di più.