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Umberto Eco diceva: “pare che Borges abbia letto tutto”, effettivamente è questa la sensazione che si avverte affrontando un qualsiasi testo del sommo scrittore argentino. Non fa eccezione il vertiginoso “Finzioni”, un insieme di 14 racconti in cui Borges dispiega a profusione genio ed immaginazione, miscelando con sapienza personaggi reali e fittizi e sottoponendo a dura prova il lettore che tenti di individuare l’esile confine tra verità e menzogna, temi ricorrenti nella produzione dell’Autore. Ciascun capitolo è un capolavoro in miniatura, leggibile anche singolarmente, l’apparente (o reale? Ci risiamo…) ed impressionante padronanza di ogni letteratura, filosofia, culto o mitologia mai concepite dall’uomo consente al Maestro porteño collegamenti e connessioni illuminanti, spesso spiazzanti, giungendo alla composizione di un fantastico universo alternativo in cui la fisica, il tempo, l’esistenza assumono significato più ampio, tendente ad un infinito privo di canonici punti di riferimento. Tra le gemme contenute in “Finzioni” troviamo il celeberrimo “La biblioteca di Babele”, “La lotteria di Babilonia” e il sorprendente “La forma della spada”, nel complesso opera eccelsa, spero che i lettori delusi diano una seconda chance alla magica architettura elaborata da Borges.
Se volete risparmiare comprate questo libro: vi accorgerete di essere entrati in possesso di una biblioteca intera. Borges invita il lettore a un gioco raffinatissimo, nel quale simboli come lo specchio e il labirinto la fanno da padroni. Dopo Alice nel pase delle meraviglie e prima dell'Oulipò, Borges segue un filone nel quale la letteratura gioca con sè stessa, in una rete di rimandi che alludono all'arte come ai sogni.
Recensire un romanzo che non sono riuscito a terminare va contro i miei principi basilari, ma in questo caso mi sento di contravvenire a questa legge imperante sulla base di quanto ho letto. Per quanto Borges abbia contribuito all'evoluzione della letteratura così detta post-moderna, mi è difficle apprezzare una serie di racconti che ammassano dati ed informazioni per costruire di sana pianta biografie, città, civiltà, mondi, quando il fattore umano è del tutto trascurato. Borges erige muri, palazzi, crea pianeti, enti e abbozza personalità altisonanti, ma di persone propriamente dette, con al seguito lo strascico di personalità e vicende, non c'è nemmeno l'ombra.
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