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Finestre alte. Testo inglese a fronte - Philip Larkin - copertina
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Finestre alte. Testo inglese a fronte - Philip Larkin - copertina

Descrizione


Dall'incontro fra sensibilità congeniali nasce questa traduzione della quarta raccolta poetica di Philip Larkin, pubblicata per la prima volta nel 1974. "Finestre alte" mette in scena il "carattere ordinario dell'esistenza" scrive Enrico Testa nella prefazione, attraverso "l'analisi del quotidiano e dei suoi minimi dettagli". In uno stile antiretorico si susseguono amare riflessioni sull'esistenza e ritratti d'ambiente allestiti con procedure narrative, motivi personali e accensioni liriche innescate da occasioni di confronto con la natura.
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Dettagli

2002
16 aprile 2002
73 p.
9788806149796

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cento_book
Recensioni: 3/5

Philip Larkin, poeta quasi sconosciuto in Italia, e lodato ampiamente all’estero, è stato uno dei maggiori poeti del secondo Novecento. Oltre a Finestre alte (Einaudi, 2002 a cura e con traduzione di Enrico Testa), ha scritto altre tre raccolte poetiche, di cui nel 1969 Einaudi ha pubblicato un’antologia, Le nozze di Pentecoste e altre poesie (purtroppo ad oggi fuori produzione). Temi cardine dell’autore, la solitudine, la morte, la condivisione mancata, ma anche gli elementi del quotidiano: «la vita degli uomini, il tempo e il passare del tempo, l’amore e il venir meno dell’amore». Finestre alte «Quando vedo una coppia di ragazzi e penso che lui se la scopa e che lei prende la pillola o si mette il diaframma, so che questo è il paradiso che ogni vecchio ha sognato per tutta la vita – legami e gesti messi da parte come una mietitrebbia arrugginita, e ogni giovane che va giù per lo scivolo di una felicità senza fine. Chissà se qualcuno osservandomi, quarant’anni fa, ha pensato: Quella sarà la vita; non più Dio, non più sudore e paura la notte per l’inferno e per tutto il resto, non più il dovere di nascondere quello che pensi del prete. Lui e quelli come lui tutti giù per lo scivolo come maledetti uccelli liberi. E all’improvviso non una parola viene, ma il pensiero di finestre alte: il vetro che assorbe il sole, e, al di là, l’aria azzurra e profonda, che non mostra nulla, che non è da nessuna parte, che non ha fine».

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Roberto Agostini
Recensioni: 5/5

Voto altissimo, giochiamo con le sue "finestre alte". Altissimo perché il pessimismo di questo poeta è così ottimistico, conciliatore dei due opposti, vivere e morire, che oggi che in questa società "virtuale" il secondo termine dell'endiadi pare così sciocco,vacuo e vanitoso (si applaude ai funerali, si lanciano palloncini in cielo, si dice "arrivederci" al defunto come a un tè o a una partita di calcio), non siamo più spaventati dall'essere e poi finire, ma dal vuoto che trascorre fra questi opposti. Io sento Larkin "montaliano", mi spiace che siano così poche le sue traduzioni - credo questa einaudiana l'unica finora disponibile - perché come nel nostro sommo poeta del Novecento il mistero non è il misterioso, ma il quotidiano, e gli ossi sono di seppia, sul bagnasciuga.

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Daniele
Recensioni: 5/5

Un monito a chi pensi che scrivere poesia possa essere alla portata di tutti. Leggete "Finestre alte", "Sabato di fiera" o "L'esplosione", che chiude la raccolta. Poi, provate a imitare Larkin.

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Philip Larkin

1922, Coventry

Philip Larkin è ricordato come poeta inglese. È stato bibliotecario dell’università di Hull e critico di musica jazz per il «Daily Telegraph». È, con Thom Gunn e Ted Hughes, una delle figure più significative del Mouvement inglese che negli anni ’50-’60 si sostituì alle ormai invecchiate correnti poetiche neoromantiche e marxiste. Le liriche di L., che molto debbono all’esempio di Th. Hardy, si distinguono per l’eccezionale nitore del linguaggio, per la forma castissima, quasi dimessa, sotto la quale si cela un’acuta sensibilità per la sottile violenza della vita quotidiana. Tra le sue opere: il romanzo Jill (1946, nt) e le raccolte poetiche I meno delusi (The less deceived, 1955, nt), Le nozze...

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