La fine di tutte le cose

Questo è il titolo originale di questo fantasy urbano, pur concedendo larga validità alla versione italiana. Una apocalisse sta arrivando, questo è certo, ma quale tra le mille che tutte le bizzarre sette segrete di Londra vogliono imporre una sull'altra? La chiave di tutto ovviamente è il Kraken, tenuto nel museo di storia naturale, dove ha inizio questa storia. Più vicino al "fantasy" urbano di Clive Barker, Tim Powers più che alla serie della Lavanderia di Charles Stross, per via dell'immensa mole di idee decisamente visionarie che accompagna ogni angolo, situazione, personaggio che intrecciano fili fantastici in una storia di investigazione. Effettivamente un po' prolisso, sono 500 pagine, ma potente in certi passaggi e pieno di bellissime stravaganze

Difficile definirlo... visionario e strano come i libri di Miéville. La premessa è interessante, poi... forse si perde un po’ per strada. Lettura piacevole, anche se non indimenticabile.

Premetto che ho letto quasi tutte le altre opere di China Mieville e mi sono piaciute molto, questo libro invece ho impiegato 2 settimane per arrivare a metà e dopo mi sono rassegnata ad abbandonarlo, per non perdere ulteriore tempo che potrò utilizzare per letture migliori. Sconclusionato, noioso, personaggi piatti, storia che, almeno fino a metà libro (dopo non so), non decolla: spero sia solo un episodio mal riuscito (magari l'autore doveva rispettare un obbligo contrattuale e l'ha scritto in un momento di scarsa ispirazione) in una produzione altrimenti di buon livello.