Filosofia della natura. Ciò che la scienza non dice

Sono stato piacevolmente sorpreso da questo libretto, che utilizzando un tipo di scrittura molto sciolta e semplice in realtà esprime concetti fondamentali più di quanto sembri. Intanto una chiara esposizione della teoria ilemorfica (forma-materia) aristotelico-tomista, il concetto di atto e potenza, e la visione analogica dell'essere. Concetti che a quanto pare mettono in crisi la spazialità assoluta di Newton, l'ordine concettuale di Leibniz e l'intuizione pura kantiana. Lo spazio viene rivisto alla luce della teoria del luogo, per poi concludere con gli accidenti del movimento, del tempo, dell'azione e della passione, facendo notare come la scienza attuale si sia via via avvicinata ad essere più compatibile con una filosofia della natura aristotelico-tomista che con la visione cartesiano-kantiana. Ma il pregio di questo libro è la spiegazione del principio di individuazione della materia presente in Tommaso. La materia prima di per sé è pura potenzialità, a meno che non sia designata nella forma della quantità. Questo avviene in quanto la materia riceve le dimensioni interminate (la disponibilità a quantificarsi) dalla stessa forma sostanziale in quanto conferente alla materia il grado di corporeità. La materia signata è la materia tridimensionale in potenza, attuata nel grado di corporeità dalla forma sostanziale, che a sua volta si individualizza. Lo devo proprio dire: è il primo libro che su questi temi sull'individuazione finalmente mi ha fatto chiarezza, al di là di tanti confronti eruditi. E' inserito in una collana di quaderni di formazione che trattano di ontologia, logica, metafisica, psicologia, etica tomista. Molto interessanti per chi vuole studiare Tommaso d'Aquino.