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Ferite a morte - Serena Dandini,Maura Misiti - copertina
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Ferite a morte

Descrizione


"Ferite a morte nasce dal desiderio di raccontare le vittime di femminicidio. Ho letto decine di storie vere e ho immaginato un paradiso popolato da queste donne e dalla loro energia vitale. Sono mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che sono uscite dal solco delle regole assegnate dalla società, e che hanno pagato con la vita questa disubbidienza. Così mi sono chiesta: 'E se le vittime potessero parlare?' Volevo che fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione, nel tentativo di ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi. Desideravo farle rinascere con la libertà della scrittura e trasformarle da corpi da vivisezionare in donne vere, con sentimenti e risentimenti, ma anche, se è possibile, con l'ironia, l'ingenuità e la forza sbiadite nei necrologi ufficiali. Donne ancora piene di vita, insomma. 'Ferite a morte' vuole dare voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata, con la speranza di infondere coraggio a chi può ancora fare in tempo a salvarsi. Ma non mi sono fermata al racconto e, con l'aiuto di Maura Misiti che ha approfondito l'argomento come ricercatrice al CNR, ho provato anche a ricostruire le radici di questa violenza. Come illustrano le schede nella seconda parte del libro, i dati sono inequivocabili: l'Italia è presente e in buona posizione nella triste classifica dei femminicidi con una paurosa cadenza matematica, il massacro conta una vittima ogni due, tre giorni." (Serena Dandini)
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Dettagli

2013
27 febbraio 2013
216 p., Brossura
9788817065610

Valutazioni e recensioni

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Maria Teresa
Recensioni: 3/5

Libro diviso in due parti nella prima l'autrice fa parlare le vittime che "ironizzano" sulla loro sorte; la seconda parte è invece un excursus giuridico delle leggi inerenti le donne in vari Stati. Sicuramente un libro "purtroppo" attuale scritto in modo profondo, che fa pensare e riflettere anche se sicuramente più adatto ad incidere nell'animo nel momento in cui i monologhi sono letti e recitati.

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dalia
Recensioni: 5/5

L'autrice riesce a tratteggiare queste storie tragiche con grande agilità e con una dolorosa ironia. E' un'opera che andrebbe fatta leggere nelle scuole; sarebbe estremamente educativo farla leggere a tutti gli uomini...e a tutte le donne.

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Laura Z.
Recensioni: 5/5

Ritrovo con gioia l'ottima capacità di scrittura già apprezzata con "Grazie per quella volta". Il libro nasce da un'idea straordinaria, ma per me donna leggere questo libro è stata dura. Lo consiglio soprattutto ad un pubblico maschile, di qualsiasi età.

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Recensioni

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La recensione di IBS

Sdoganata sin dai tempi del primo femminismo Novecentesco - ma con molti momenti di consapevolezza antecedenti - la condanna nei confronti dell'omicidio di donne inermi da parte degli uomini che le conoscono e dicono di amarle, è ormai una presa di posizione certa da parte di donne e uomini.
Il fenomeno, definito "femminicidio" - con un termine francamente sgradevole perché sembra quasi riferirsi a un omicidio di genere e dunque meno grave in una scala di valori che metterebbe il "maschicidio" al primo posto -, tuttavia è ben lungi dal dirsi in calo. Esula dal livello culturale e sociale di vittime e assassini (anche se prevalgono violenze e omicidi negli ambienti più disagiati e borderline), e sembra non avere una fine.
Serena Dandini, consapevole di questa realtà, si è rivolta a Maura Misti, ricercatrice del CNR, per tentare di comprendere le radici di questa violenza, perché la conoscenza è il primo passo verso la soluzione di qualsiasi problema.
Ma prima di tutto l'autrice ha voluto dare voce alle vittime. "E se le vittime potessero parlare?". Ecco da dove nascono i monologhi che insieme creano il grido unico e forte che scaturisce dal volume. "Sono mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti".
In televisione ci hanno raccontato le loro storie trasmissioni come “Chi l'ha visto”, “Un giorno in pretura”, “Storie maledette" o "Amore criminale”. Spesso le loro morti vengono iscritte tra quelle imprevedibili, frutto di raptus di follia, e invece tutti sanno che sono l'esito di anni di violenza continua, seguita magari da momenti di riappacificazione illusori.
È la voce di queste vittime quella che ascoltiamo nel libro. A queste donne Serena Dandini ha dato la possibilità di raccontare in prima persona la storia che le vede drammaticamente protagoniste. Ma non hanno un nome, non sono riconoscibili, sono trasfigurate narrativamente, sono simboli. Anche se "Ogni riferimento a fatti e persone - scrive la Dandini - non è puramente casuale".
La seconda parte del volume è invece una sintesi della situazione globale e dell'incidenza di questo reato nei vari paesi. Dal Pakistan al Messico, dal Giappone alla Cisgiordania. E non si parla solo di morte di donne adulte seppure purtroppo incapaci di difendersi, ma anche di sfruttamento sessuale in giovane età, mutilazioni genitali, infanticidio femminile.
In chiusura qualche - piccola - buona notizia, con un elenco di nazioni che stanno attuando buone leggi e pratiche contro la discriminazione e la violenza che ci auguriamo verranno prese come esempio anche nel nostro Paese.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Serena Dandini

1954, Roma

Serena Dandini è una conduttrice televisiva, scrittrice e autrice italiana. Il suo nome completo è Serena Dandini de Sylva.Dopo aver ideato e presentato numerosi programmi televisivi come La tv delle ragazze, Avanzi, Pippo Chennedy Show e L’ottavo nano, dal 2004 conduce su RaiTre il talk show Parla con me. Inoltre dal 2001 è Direttore artistico del Teatro Ambra Jovinelli di Roma.Il suo esordio letterario è Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini edito da Rizzoli nel 2011; del 2013 Ferite e morte un libro sulla violenza contro le donne (Rizzoli); del 2015 è il suo primo romanzo, Il futuro di una volta e del 2016 Avremo sempre Parigi. Passeggiate sentimentali in disordine alfabetico; del 2018 è Il catalogo delle donne donne...

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