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Recensioni La febbre del ragno rosso

La febbre del ragno rosso di William Burroughs
Recensioni: 4/5
Allinizio del XVIII secolo, il pirata Mission fonda in una remota baia del Madagascar la colonia di Libertatia, per dimostrare che trecento sbandati (pirati, marinai disertori, schiavi liberati) possono coesistere in relativa armonia fra di loro e con lambiente circostante. Nella casa che Mission ha ricavato da una antica e misteriosa struttura vive anche un lemure chiamato Fantasma: nel loro legame si rispecchia lunione fra le due parti dellorganismo umano, luna «scivolata dentro unincantata innocenza senza tempo», laltra «avviata inesorabilmente verso il linguaggio, il tempo, luso di strumenti, la guerra, lo sfruttamento e la schiavitù». Una sera Mission assume una dose sconsiderata di cristalli di indri, una potente droga, e inizia un viaggio a ritroso nel tempo. La caverna si trasforma nellingresso al biologico Giardino delle Occasioni Perdute, in cui sono contenuti «tutti i morbi insiti nello stampo delluomo», le Sette Piaghe dEgitto, i Peli, i Sudori, che si liberano quando lo stampo si spezza. In questa breve, allucinata avventura tropicale Burroughs dà corpo con sconcertante precisione a una delle angosce peculiari dei nostri anni: quella di appartenere ormai a una nuova «età dei virus», dove mali inauditi si scatenano come vendette ancestrali e come risposte a una lesione sopravvenuta nella fisionomia umana.
La Febbre del Ragno Rosso è apparso per la prima volta nel 1991.
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