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che noia....un libro stra-noioso......
Recensioni
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Di professione avvocato, Mario Barbieri racconta una storia di emigranti di chiara ispirazione autobiografica. Un giovanissimo montanaro, proveniente dalla Val Taro, è spedito dai genitori, con un modesto fagotto, a fare l'aiuto barista in un locale nel centro di Londra. Siamo nel 1911, a Guido, questo il nome del ragazzo, Londra si schiude come un universo interamente nuovo, in parte pericoloso, in parte affascinante. Guido non conosce la lingua, ma il suo carattere gentile e la sua voglia di lavorare gli permettono di integrarsi con molta facilità. Nel romanzo entrano poi gli anni terribili della guerra, e il conflitto vero e proprio, combattuto sul fronte inglese. Le avventura di Guido hanno però un carattere felice, come se chi scrive avesse da questa lunga parabola esperienziale tratto un monito per la vita ancora da venire. Ovvero la capacità di apprezzare, a piene mani, quel che, anche in condizioni difficili, ci arriva dagli altri esseri umani. Il romanzo è infatti denso di episodi di solidarietà e di umorismo. Così come la scrittura, che scorre fluida, in presa diretta, senza cedimenti lirici. Il libro di Mario Barbieri è una testimonianza di anni molto complessi per il nostro paese che ben si può inserire in quel filone di letteratura di migranti italiani che da John Fante arriva fino a Luigi Meneghello.
Camilla Valletti
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