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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Sulla quarta di copertina trovavo accostamenti a Houellebecq e quindi decido di acquistarlo.libro molto bello nel suo realismo crudo e nel suo ritratto di una Parigi non turistica che accetta malvolentieri chi non possiede tanto denaro.finale triste.
Il libro rende alla perfezione la condizione di precarietà di noi millennials. Mi sono ritrovata infatti in molte riflessioni dell'autrice, che offre una visione desolante della realtà che lascia l'amaro in bocca. Lo stile, invece, non mi ha preso per niente. Tutta la vicenda è narrata in terza persona, cosa che ha reso il tutto ancora più asettico e impersonale.
La protagonista è Aurélie, una giovane donna di vent’anni proveniente da una famiglia operaia che ha lavorato duramente e fatto diversi sacrifici per farla studiare e consentirle un futuro dignitoso. Aurélie però, una volta a Grenoble, dove dovrebbe farsi avanti nel mondo del lavoro e cercare di fare carriera, incontra invece diverse difficoltà, personali, emotive, lavorative e sociali, e dunque inizia con rassegnazione un percorso che sa già che sarà inconcludente. Il romanzo intende trasmettere al lettore quel senso di sfiducia e disincanto con il quale molti millennials si rivolgono al loro futuro. Con freddezza e lucidità, l’autrice compie un’analisi puntuale della loro inerzia, della loro apatia e stanchezza prima ancora che si cimentino in qualcosa, o che inizino la loro vita. La scarsa motivazione e l’insufficiente voglia di impegnarsi affligge i ventenni e i trentenni di questo racconto, che si mostrano cinici, disillusi e privi di aspirazioni. L’autrice analizza quindi gli aspetti più torbidi e nascosti negli anfratti delle società e delle relazioni umane, mostrando le evidenti crepe e fratture che ne affliggono i rapporti. La capacità di scrittura di Messina emerge per saper raccontare con estrema puntualità, precisione e ricchezza di contenuto uno status vivendi di una fetta di popolazione che annaspa nella crisi che sta vivendo.
Recensioni
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