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Il fabbricante di buste - Chris Oliveros - copertina
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Il fabbricante di buste - Chris Oliveros - copertina
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Descrizione


Jack Cluthers è un piccolo imprenditore in crisi. Gli ordini diminuiscono, i conti da pagare incalzano, i suoi macchinari sono ormai vecchi, non ci sono i soldi per aggiornare le tecnologie e pagare i due soli dipendenti rimasti nell'azienda... Jack lotta con tutte le sue forze per mandare avanti il suo piccolo business, ma la pressione è troppa. Sempre più spesso parla da solo, e a volte non distingue la realtà dall'immaginazione. Anche la moglie si allontana poco alla volta da lui, disillusa e spaventata dal suo atteggiamento.
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Dettagli

2016
14 luglio 2016
102 p., ill. , Brossura
9788876183089

Voce della critica

Di TUTTO BENE IN DITTA?
Il fondatore di Drawn & Quarterly torna al disegno e racconta la storia di una piccola impresa non proprio di successo. Ma di chi starà parlando?

Come fondatore della Drawn & Quarterly, Chris Oliveros ha un posto assicurato nella storia degli alternative comics: e non solo perché alla casa editrice canadese dobbiamo il lancio di gente tipo Joe Matt, Chester Brown e Seth, ma anche per il ruolo che Drawn & Quarterly ha rivestito nel definire lo stesso immaginario alternative, sia pubblicando mostri sacri come Dan Clowes e Chris Ware, sia sancendo una volta per tutte un'attitudine prima ancora che uno stile, un sentimento prima ancora che una forma. Tra le varie cose, a Drawn & Quarterly dobbiamo uno dei primi, seri tentativi di scalfire il predominio maschile persino nel mondo del fumetto indipendente (pubblicando i primi importanti lavori di autrici come Julie Doucet) nonché – in tempi più recenti – l'interesse per il gekiga giapponese e una non banale apertura nei confronti dell'avanguardia dei vari Brian Chippendale, Ron Regé Jr o finanche Lisa Hanawalt e Michael DeForge. Per molti, l'impronta lasciata dalla casa editrice di Montreal è seconda solo alla Fantagraphics del periodo d'oro, ed è difficile dargli torto.

Quando Oliveros fondò Drawn & Quarterly era il 1990 e lui aveva 23 anni. Era un fumettista anche lui, ma da allora si è immolato al lavoro di editore, imprimendo un marchio inconfondibile alla sua stessa impresa; in pochi anni, da poco più che fanzine amatoriale, Drawn & Quarterly si sarebbe trasformata in uno dei principali riferimenti del fumetto cosiddetto d'autore: è insomma quella che si dice una “storia di successo”. Così, quando l'anno scorso Oliveros annunciò che avrebbe abbandonato il ruolo che lo aveva tenuto occupato per tutti i 25 anni precedenti, è stata quella che si dice una notizia. Il motivo principale dell'abbandono, spiegò  Oliveros, è che si era stancato di stare appresso ai fumetti altrui, e che voleva tornare a farne di propri. Il fabbricante di buste è quindi il primo parto di questa scelta. Non è un capolavoro, ed è anche abbastanza breve: eppure è difficile resistere alla tentazione di non considerarla un'opera simbolica.

Il fabbricante di buste si ambienta in un'imprecisata città nordamericana di metà anni ‘50, e racconta le peripezie di Jack Cluthers, piccolo imprenditore a capo di una ancor più piccola ditta (di buste, avete indovinato) in crisi: i clienti sono sempre meno, i fornitori danno problemi, i macchinari sono obsoleti, i dipendenti non vengono pagati e il fallimento è dietro l'angolo. Ma Cluthers non si rassegna e insiste, sprofondando in una spirale onirica di delusione e paranoia, al punto che lo stesso lettore ha difficoltà a stabilire dove finisce la storia e dove inizia l'allucinazione.

Quello che appare chiaro, è che il modesto antieroe immaginato da Oliveros vive in una situazione di perenne attesa: che la situazione economica migliori, che il rapporto con la moglie si ricomponga, che in sostanza le cose cambino. Il dubbio che a questo punto emerge è: che dietro la storia di Cluthers si celi anche la lunga attesa di Oliveros?

Di sicuro l'ex fondatore di Drawn & Quarterly ha dichiarato che Il fabbricante di buste s’ispira a eventi e personaggi reali, a partire dal piccolo imprenditore fallito su cui ha modellato la figura di Cluthers. Ma ancora più significativo è che Oliveros abbia ammesso tutta la frustrazione che si è accumulata per i 25 anni in cui ha dovuto mettere da parte passioni e interessi personali, per badare all'impresa da lui stesso fondata. Ed è qui che Olivers e Cluthers sembrano confondersi l'un l'altro, come a sovrapporre parabole esistenziali in apparenza lontanissime.

Perché sì, a un primo sguardo la ditta di Cluthers e la Drawn & Quartely sono storie completamente diverse: la prima è sull'orlo del fallimento, mentre la seconda – a quanto ne sappiamo – gode di salute ottima. Ma è anche vero che, come ha scritto Popmatter, Il fabbricante di buste è prima di tutto una “piccola parabola sul capitalismo neoliberista”, o quantomeno questa è la sensazione che ne ho ricavato anch'io. Il sogno di farcela da soli, l'ambizione a ripartire con le proprie gambe, il mettersi in gioco da un punto di vista emotivo oltre che professionale, sono caratteristiche che di sicuro troviamo in tutti gli “imprenditori di se stessi”: e se nel graphic novel di Oliveros le cose finiscono male, la vicenda biografica del suo autore forse sta a dirci che, anche quando finiscono bene, il prezzo da pagare può comunque essere troppo alto.

 

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