La dottrina darwiniana dellevoluzione è ciò che più si avvicina a un laico «principio di fede» del mondo moderno. Ora, levoluzione come fatto non è più in discussione, perché abbondantemente provata. Ma ancora tutto è aperto per quanto riguarda linterpretazione del fatto, a dispetto di una certa ortodossia neo-darwiniana, che tende a confondere i due ordini delle cose. Pierre-P. Grassé, uno dei più autorevoli zoologi e biologi viventi, ha voluto con questo libro, dopo decenni di ricerche, porre di nuovo e per così dire con un ritorno alle origini, che coinvolge non solo Darwin ma anche il bistrattato Lamarck il problema dellevoluzione, criticando sottilmente numerose ipotesi «illegittime» presentate dai loro autori come fossero «certezze» e delineando, in tutta la loro enigmaticità, varie zone del processo evolutivo che attendono ancora una spiegazione adeguata. La sua intenzione è stata innanzitutto di presentare i fatti (spesso trascurati) dellevoluzione: e già in questo ha compiuto unopera preziosa, analizzando con magistrale acutezza i sorprendenti, ricchissimi dati della paleontologia che, ricorda Grassé, è poi la «sola vera scienza dellevoluzione», sicché «il naturalista deve tenere sempre presente che il fatto evolutivo si manifesta a lui unicamente mediante le forme fossili». E dalla paleontologia Grassé passa alla biologia molecolare, dove la ricerca a partire dagli anni intorno al 1970 ha portato a novità grandiose, con la scoperta della struttura molecolare degli acidi nucleici e del codice genetico. Ma dallindagine su questo immenso materiale Grassé vuole anche condurci ad alcuni punti fermi di una futura teoria dellevoluzione. E qui appaiono alcune tesi che si oppongono nettamente alla ortodossia neo-darwiniana (o «ultra-darwiniana», come la chiama talvolta Grassé) e hanno aperto un dibattito attualmente in corso. Intanto: qui si nega che «le mutazioni, per numerose che siano, implichino obbligatoriamente unevoluzione»: in altri termini, «variare è una cosa, evolvere unaltra»; Grassé critica poi radicalmente la nozione di selezione, a cui molti scienziati fanno ricorso in modo indiscriminato, senza che siano stati fatti decisivi passi avanti dai tempi di Darwin nello stabilire il suo valore evolutivo; infine in queste pagine si tenta di gettare un ponte fra biologia molecolare e paleontologia, unico modo secondo Grassé per avvicinarsi ad articolare il meccanismo dellevoluzione, finora ignoto. E, a fondamento della sua ricerca, Grassé porrà un criterio che suona come una sfida a buona parte del pensiero scientifico di oggi: «Fare appello a un meccanismo diverso dalla mutazione e dallaleatorietà è imperativo per tutti i sistemi che pretendono di spiegare levoluzione».
Levoluzione del vivente è apparso per la prima volta nel 1973.
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