L' evangelo nella mia vita

Il vangelo sempre presente nella quotidianità di questo finissimo scrittore. Per lui Luca è lo storico, ma predilige Giovanni il filosofo, entrambi col genere greco del prologo, risalendo all'arché. Quante parole che però vivono in noi " il Logos che s'è fatto carne", instillando anche la speranza. E qui siamo al tempo: per Giovanni il tempo è perpendicolare (con l'avverbio "già"), mentre per Paolo il pensiero è orizzontale ("non ancora"). Gesù "si lascia guidare dagli avvenimenti, non forza le cose ma accetta le situazioni" è il signore dei kairoi (casi fortuiti) che pur rimanendo tali "sono teleguidati, sono presenti nella trama eterna e simultanea". Giovanni si distingue per l'amore, Andrea è anello di congiunzione fra lo Sconosciuto dell'amore e Pietro che si caratterizza per la fiducia. Gli autori biblici non distinguono fra il far fare il lasciar fare, in una concezione ebraica della causalità non accettabile per Guitton. L'Essere che vuol dire non avere nulla e attendere il mistero del tempo (che è essenzialmente un ritardo). Sono le analogie che consentono il richiamo tra il mondo visibile e invisibile, in un linguaggio talvolta poetico. Nella nostra esistenza possiamo cogliere gli "istanti privilegiati" (Paire) riepilogativi o profetici di momenti nascosti, segreti, singolari. "L'evangelo è fatto in modo tale che non lo si può commentare completamente, penetrarlo nella sua essenza, senza cercare di cambiare la nostra vita". Guitton qui illumina sapientemente e con una penna elegante l'evangelo "con una luce obliqua, discreta e marginale".