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Eutanasia e suicidio. Liberi di morire? - Robert William Higgins,Karl Löwith,Ersilio Tonini - copertina
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Eutanasia e suicidio. Liberi di morire?
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Eutanasia e suicidio. Liberi di morire? - Robert William Higgins,Karl Löwith,Ersilio Tonini - copertina

Descrizione


"Scandagliando i modi con i quali viene impiegata la possibilità di protrarre la vita in situazioni prima non immaginabili, soprattutto attraverso le cure palliative, il saggio di Higgins descrive il comparire sulla scena antropologica occidentale della figura del morente. La ricchezza di sfumature antropologiche e di dilemmi morali, così introdotti sembra cancellata dall'imporsi di una sola autorità, di un solo parere legittimo al quale il corpo del paziente, nella sua totalità, deve essere reso disponibile: quello del complesso tecno-medico-legale. È in questa prospettiva che trovano la loro giustificazione le proposte relative a una presa in carico, legale e morale, da parte del soggetto delle condizioni nelle quali si potrebbe trovare con la comparsa di patologie e malattie sulle quali l'autorità tecno-medica avrebbe da esercitarsi oltre i termini consentiti dal paziente stesso. È quindi tra lo Scilla della moltiplicazione di potenza fornita alla medicina dalla tecnologia e il Cariddi della fragilità dell'uomo singolo che si pongono le soluzioni contraddittorie della modernità. Da un lato, è infatti parte attiva nella costruzione di un futuro tecnico dai risultati impensabili e dall'altro, si trova nella condizione di sostenere in virtù di questi stessi risultati la spinta a sottrarsi con la morte a ciò che ancora non è compiuto. Il rischio è che, in entrambi i casi, a perire sia la stessa natura umana, almeno così come ne abbiamo avuto esperienza finora. Ma la trama del discorso moderno sul suicidio e l'eutanasia trova piena espressione nelle pagine di Löwith. Il suicidio ha smesso, almeno nell'Occidente che una volta si considerava cristiano, di essere colpito da anatema ed espulso dal riconoscimento sociale e sacramentale che si deve ai morti. La vita non è più di Dio o, peggio, del signore feudale, la vita è disponibile alla libera scelta dell'individuo che può decidere come e quando terminarla. Il suicidio moderno, almeno quello occidentale - il discorso su quello orientale è molto più articolato e complesso - appare come una semplice estensione dei diritti e delle prerogative che l'individuo occidentale moderno rivendica a se stesso." (dall'introduzione di Riccardo De Benedetti)
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Dettagli

2018
21 marzo 2018
112 p., Brossura
9788876984242

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Simon
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L’uomo è davvero libero di scegliere di morire? La morte è ineluttabile, quindi può si solo decidere di anticiparla volontariamente, commettendo suicidio. Secondo il cristianesimo il togliersi la vita è un atto vile che va contro la natura umana, che in quanto opera di Dio deve la sua esistenza unicamente al suo creatore. La visione della religione cristiana ha sempre predominato all'interno società occidentale, tanto che colui che commetteva suicidio decretava la propria uscita dall'ecclesiae. La futura approvazione di leggi in favore di eutanasia e cure palliative potrebbe derivare da una lunga discussione filosofica, il che non esclude la possibilità di opinioni costantemente divergenti. La riflessione sul suicidio si è articolata dall'Antica Grecia sino ai giorni nostri, senza mai ottenere univocità di pensiero, ritenendo questo gesto, talvolta onorevole, talvolta meschino. Higgins afferma che la nostra società «ultramoderna» ha creato una nuova categoria di persone, alle quali di può attribuite il nome di “morenti”. Il rischio che questi soggetti vengano trattati unicamente da un punto di vista tecno-medico e siano vittime di accanimento terapeutico è alto. Nascono a tutela di queste persone le cure palliative e i movimenti a favore dell’eutanasia. Tuttavia, sorge a questo punto una domanda: dobbiamo considerare quest’ultima come suicido oppure no? L’unica certezza, ad oggi, è identificabile nell'obbligo di non disumanizzare la morte dell’individuo; per il resto la discussione è lunga e non priva di complicazioni etiche, il che ci priva di una risposta definitiva, che probabilmente non troveremo nemmeno nell'immediato futuro.

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Karl Löwith

Karl Löwith (1897-1973) è stato uno dei principali interpreti del pensiero filosofico del Novecento. Allievo di Husserl e Heidegger, nel 1934 fu costretto a lasciare la Germania, dove rientrò solo nel 1952 dopo un lungo esilio in Italia, Giappone e Stati Uniti. Tra le sue opere pubblicate in Italia, Da Hegel a Nietzsche, Saggi su Heidegger, Storia e fede, Il nichilismo europeo.

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