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L' estetica di Hegel e le sue conseguenze
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1994
7 gennaio 1994
138 p.
9788842043669

Voce della critica


scheda di Ravera, M., L'Indice 1994, n. 8

Il volume, che ripropone con integrazioni due serie di lezioni tenute dall'autore rispettivamente all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, affronta la sempre aperta e capitale questione del retaggio della filosofia classica tedesca, e la sottopone a verifica muovendo dall'estetica. Lo studio si sviluppa considerando in primo luogo la struttura logica dell'estetica di Hegel, esaminata non nella sua interezza e complessità, ma nel necessario e prioritario riferimento all'intelaiatura logica e dialettica che le è sottesa e che resta l'ineludibile fondamento del sistema e insieme il principio ideale della verità stessa del bello. Dopo avere perciò seguito nella prima lezione la fitta trama di logica e estetica quale presupposto intrinseco della costruzione hegeliana, nella seconda lezione Oldrini si inoltra nei dibattiti che nell'Ottocento filosofico tedesco si accesero intorno all'interpretazione, o alla revisione, dei suoi concetti di fondo, dalle questioni sulla rilevanza effettiva del "bello di natura" al dibattito sui generi fino alla riconsiderazione del brutto: vengono perciò discussi Weisse e Vischer, Ruge e Rosenkranz, M Carrière e altri ancora, tutti autori che, pur diversamente orientati fra loro nello sforzo di svolgere autonomamente concetti che l'impianto sistematico hegeliano aveva a forza compressi, destoricizzano e metafisicizzano categorie che in Hegel mantenevano un ben chiaro legame con la storia reale.
Ben differente lo scenario se si abbandona il panorama filosofico tedesco e si scrutano altre filiazioni dell'idealismo classico: come in Italia, ove il dibattito filosofico sull'hegelismo compare in ritardo, e appare più vivo quando già in Germania è in via di liquidazione, con la conseguenza di una certa qual passiva fragilità almeno sino alla crisi di crescita rappresentata dall'idealismo critico di De Sanctis nel suo teso rapporto insieme di distacco e continuità coi principi hegeliani (terza lezione). Infine la quarta lezione propone un confronto fra l'eredità di Hegel e l'Estetica luk csiana del 1963, in cui ricompare l'esigenza d'interconnessione fra momento storico e momento sistematico, pur nel distanziamento e nella critica messi in atto dal pensatore ungherese in nome del "processo reale" visto come irriducibile alla deduzione dell'evoluzione storica intesa come sviluppo dell'idea. Conclude il volume una breve e tuttavia utilissima nota bibliografica.

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