L' estate del disincanto

Simone Perotti scrive in modo impeccabile, preciso, fluente, in un italiano raffinato e gradevole. E' un autore che stimo moltissimo. La lettura dei suoi romanzi è sempre una bella avventura. In questo libro, però, si attarda eccessivamente su descrizioni minuziose di navi, tecniche di navigazione, descrizioni molto lunghe di vicissitudini atmosferiche che mi sembrano stucchevoli. Comprendo benissimo come un romanzo marinaresco richieda i suoi connotati, ma la lettura ne risente molto e si è tentati di saltare alcune pagine, perché girano e rigirano lo stesso tema. Ho letto comunque ogni singola riga, anche se talvolta avrei preferito una trattazione "tecnica" meno minuziosa (da addetti ai lavori). Ad ogni modo, questo volume ha un valore grande, occorre dirlo. Lo avrebbe ancora di più se l'Autore avesse dato più spazio ai dialoghi e alle vicissitudini dei protagonisti principali. Come, per esempio, ha fatto nel suo romanzo Rais. E anche se avesse dato, alla fine, una chiusura di scena almeno alle vicissitudini principali, pur lasciando aperto un sipario in cui il lettore può in seguito immergersi liberamente con la fantasia.

Bellissimo. Un romanzo di formazione che ti tiene incollato alle pagine dall'inizio alla fine. Un romanzo di mare, con il mare dentro, e che come spesso accade per i romanzi di mare parla di crescita e scoperta anche e soprattutto interiore. Da leggere e conservare per poi rileggerlo e passarlo ai figli...

Semplicemente bellissimo! Forse il migliore tra i dieci libri 'partoriti'dal Perotti. Immancabile nella propria libreria