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Essere un carattere. Psicoanalisi ed esperienza del sé - Christopher Bollas - copertina
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Dettagli

1995
1 gennaio 2007
Libro universitario
288 p.
9788826311043

Voce della critica


scheda di Viacava, A., L'Indice 1996, n. 3

Il riconoscimento e la costruzione del proprio sé e del sé collettivo generazionale sono punto d'incontro di tutte le esperienze del proprio mondo esterno e interno, crocevia di scambi e interazioni in continua trasformazione, dove tutto viene conservato in forma latente ma pronta a essere attivata dalle più varie associazioni percettive, sensoriali, emotive, cognitive, intuitive.
Il denso background psicoanalitico di Bollas, autore di "L'ombra dell'oggetto" e "Forze del destino" non è che la premessa a un lavoro che si apre a ventaglio sull'esperienza umana, culturale, artistica, letteraria.
Il perenne gioco tra conscio e inconscio, oggetti del mondo interno e dell'ambiente, animati e inanimati, persone, cose, animali, sapori, suoni, odori, viene esplorato nelle universali esperienze umane: dormire, innamorarsi, giocare, vivere. E strada facendo viene chiarito il pensiero dell'autore da un punto di vista psicoanalitico sulla relazione tra trauma (intendendo con questo la traumatica esperienza di cattive cure genitoriali), istinto di morte e costruzione del sé. Vi è un processo dialettico tra un oggetto cattivo interiorizzato mortificante, catalizzatore e promotore di esperienze mortifere mediante i suoi attacchi a quello che Bion chiamò K, la vitale funzione di collegamento che dà significato alle esperienze, e le potenzialità vitali del sé capaci di incontrarsi con gli oggetti in modo fecondo. La fecondità dell'inconscio è segnalata anche nel concetto che Bollas formula di "ricezione", polo opposto alla "rimozione": là dove questa consiste in un attivo mantenimento nell'inconscio di materiali oggetto di censura, nella ricezione la permanenza nell'inconscio garantisce un ambiente protetto necessario alla maturazione e allo sviluppo di pensieri, fantasie, affetti, al riparo dall'intrusività della coscienza. L'evoluzione di una struttura generatrice interna a partire da squarci intuitivi fino all'affermarsi di un vero lavoro creativo viene descritta con testimonianze di varia natura, dal lavoro clinico a esperienze di scienziati, artisti, letterati.
Ma è nella seconda parte del libro, dove vengono raccolti scritti su argomenti vari, che si hanno pagine di straordinaria capacità di comprendere e comunicare il dolore mentale e la ricerca a volte con mezzi disperatamente distruttivi di un contatto riparativo. Così la ferita della paziente "autolesionista" della vecchia terminologia psichiatrica racconta un disperato bisogno di comunicazione; e raramente credo sia stato descritto con altrettanta spregiudicatezza e amorevole comprensione il vortice mortifero, ma non privo di una qualche speranza, dell'omosessuale frequentatore dell'arena promiscua.
I capitoli finali sull'innocenza violenta, lo stato mentale fascista, la lettura dell'Edipo come mito collettivo oltre che individuale, e la coscienza generazionale, sono a loro volta assai ricchi di nuovi stimolanti punti di vista.

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Conosci l'autore

Christopher Bollas

Membro della British Psychoanalytical Society, è figura di spicco fra gli psicoanalisti contemporanei. È autore di libri che hanno avuto ampia risonanza anche in Italia. Fra gli altri, Isteria (Cortina 2001), La mente orientale (Cortina 2013), Se il sole esplode (Cortina 2016), L'ombra dell'oggetto (Cortina Nuova edizione 2018), L'età dello smarrimento (Cortina 2018) e Essere un carattere (Cortina, 2020)

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