L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
scheda di Viacava, A., L'Indice 1996, n. 3
Il riconoscimento e la costruzione del proprio sé e del sé collettivo generazionale sono punto d'incontro di tutte le esperienze del proprio mondo esterno e interno, crocevia di scambi e interazioni in continua trasformazione, dove tutto viene conservato in forma latente ma pronta a essere attivata dalle più varie associazioni percettive, sensoriali, emotive, cognitive, intuitive.
Il denso background psicoanalitico di Bollas, autore di "L'ombra dell'oggetto" e "Forze del destino" non è che la premessa a un lavoro che si apre a ventaglio sull'esperienza umana, culturale, artistica, letteraria.
Il perenne gioco tra conscio e inconscio, oggetti del mondo interno e dell'ambiente, animati e inanimati, persone, cose, animali, sapori, suoni, odori, viene esplorato nelle universali esperienze umane: dormire, innamorarsi, giocare, vivere. E strada facendo viene chiarito il pensiero dell'autore da un punto di vista psicoanalitico sulla relazione tra trauma (intendendo con questo la traumatica esperienza di cattive cure genitoriali), istinto di morte e costruzione del sé. Vi è un processo dialettico tra un oggetto cattivo interiorizzato mortificante, catalizzatore e promotore di esperienze mortifere mediante i suoi attacchi a quello che Bion chiamò K, la vitale funzione di collegamento che dà significato alle esperienze, e le potenzialità vitali del sé capaci di incontrarsi con gli oggetti in modo fecondo. La fecondità dell'inconscio è segnalata anche nel concetto che Bollas formula di "ricezione", polo opposto alla "rimozione": là dove questa consiste in un attivo mantenimento nell'inconscio di materiali oggetto di censura, nella ricezione la permanenza nell'inconscio garantisce un ambiente protetto necessario alla maturazione e allo sviluppo di pensieri, fantasie, affetti, al riparo dall'intrusività della coscienza. L'evoluzione di una struttura generatrice interna a partire da squarci intuitivi fino all'affermarsi di un vero lavoro creativo viene descritta con testimonianze di varia natura, dal lavoro clinico a esperienze di scienziati, artisti, letterati.
Ma è nella seconda parte del libro, dove vengono raccolti scritti su argomenti vari, che si hanno pagine di straordinaria capacità di comprendere e comunicare il dolore mentale e la ricerca a volte con mezzi disperatamente distruttivi di un contatto riparativo. Così la ferita della paziente "autolesionista" della vecchia terminologia psichiatrica racconta un disperato bisogno di comunicazione; e raramente credo sia stato descritto con altrettanta spregiudicatezza e amorevole comprensione il vortice mortifero, ma non privo di una qualche speranza, dell'omosessuale frequentatore dell'arena promiscua.
I capitoli finali sull'innocenza violenta, lo stato mentale fascista, la lettura dell'Edipo come mito collettivo oltre che individuale, e la coscienza generazionale, sono a loro volta assai ricchi di nuovi stimolanti punti di vista.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore