Esiste Ascoli Piceno? Con 10 cartoline di Tullio Pericoli

Un gioco di seducente abilità, infantile e profondo, acido e sottilmente amorevole (come del resto era il Manga), tipico depistaggio letterario degno del genio, ludico scenario di fantasie e menzogne, di strappi e frammenti di memoria sopra una mappa divertita ai confini del delirio. E' esistita Ascoli? Esiste, è ancora fra noi? Ha una sua storia, un posto certo, identificabile, fra i passi stentati del nostro stivale? E' tuttora circondata da case, castelli, mura medievali, vissuta da cittadini normali che respirano e camminano come tutti? Ci sarà un dentista, un edicolante, un fabbro e una stazione dei carabinieri? O è solo frutto di un miraggio scostante, breve e fuggevole, di una seccatura interiore che si è stranamente affacciata ai balconi delle tempie a infastidire lo scrittore con fumi e aliti di apparente accaduto? Bisogna avere il coraggio, come a carte, di andare a vedere questo magnifico bluff, di gettare l'intera posta sul tavolo e sapere - pur con un buon punto nelle mani - che di sicuro perderemo il piatto. Ascoli non esiste: "Quando sarò Comandante, e uno di questi giorni accadrà, manderò i miei uomini spietati ed efficienti ad Ascoli Piceno, e con taciturne cerbottane velenose uccideranno uomini di elegante dottrina, raccoglitori di documenti locali, notai bigotti, rimatori di sonetti e storici della Marca". Dunque mettere fine una volta per tutte a questa beffa di sogno, a questa congettura geografica, certi del fatto che "una scuola dello scempio si è formata in questi anni sul nostro pianeta, e potrebbe fare le sue prime prove su Ascoli Piceno". C'è una sola scassata corriera che vada ad Ascoli? No, niente stazioni. "Credo di desiderare da sempre di scrivere su una nonrivista, e di aver dialogo e frequentazione con gente inesistente abitante una città di nulla". Eccolo qui questo gioiello di 5 pagine, il miglior rovescio possibile in dedica a una cittadina che "quando la scrittura venne scoperta, in essa nessuno seppe più leggere". Meraviglia!

mi aspettavo francamente qualcosa di più dal testo di Manganelli, mentre il tocco delicato e sognante delle poche illustrazioni di Pericoli non delude e può giustificare l'acquisto di questo libretto bizzarro.