L'ermellino muore

Il giornalista Piero Isgrò ritorna in libreria ed...è subito festa, verrebbe da dire. Con L'ERMELLINO MUORE, titolo del suo ultimo romanzo, il giornalista catanese racconta di un amore travagliato che, per citare Antonello Venditti, “fa dei giri immensi e poi ritorna” perchè, come sembrerebbe voler sottolineare l'Autore, in questo come in altri suoi romanzi, se una persona è destinata a noi, in un modo o un altro, a noi ritorna...quasi si trattasse della chiusura di un cerchio. Un concetto, questo, non nuovo ad Isgrò che, forte della sua grande esperienza professionale, riesce ad andare oltre e ad essere sempre, e comunque, originale raccontando l'Amore, per l'appunto, in una dimensione sempre diversa, offrendo sempre interessanti spunti di riflessione su temi di scottante attualità e, come spesso, rendendo la città di Catania ancora una volta protagonista della storia. Una città cui lo lega, e si avverte a pelle, un rapporto viscerale... di amore/odio: una città in cui sognava di ritornare quando ne viveva lontano per, poi, sognare di scapparne, una volta rientrato. Una città maligna, verrebbe da dire, dove “non ci sono differenze culturali” tra zona e zona...”l'invidia è la stessa”. Ed è proprio questo il motivo per cui i due protagonisti, Patrizio ed Alessandra, di nuovo insieme dopo varie vicissitudini. decidono di lasciare Catania...la Sicilia per cercare di recuperare, in altri luoghi, l'innocenza perduta. Quello che vogliono evitare, in definitiva...da qui il titolo... è il destino dell'ermellino che muore quando il suo candido mantello viene sporcato. Questo, naturalmente, secondo una leggenda millenaria ma, non appena concludi la lettura del bellissimo romanzo di Isgrò, Ti viene da pensare che sia questa... effettivamente... la realtà: la necessità di andar via per salvarsi e regalarsi un destino diverso, così come sono costretti a fare tanti giovani, ai giorni nostri.