L' eredità del grande eretico

La prima parte del romanzo proietta il lettore nel bel mezzo del Medioevo padovano all'epoca del pacifico passaggio dei poteri dal Comune di Padova e la Signoria dei Da Carrara, dove interagiscono personaggi storici del calibro di Ezzelino III, Giotto, Dante, Pietro d'Abano, Marsilio da Padova, Marco Polo e, secoli dopo, Galileo,Giordano Bruno e Tommaso Campanella. Padova, ricca città a vocazione guelfa, è da tempo soggetta al pericolo d'invasione da parte di Cangrande della Scala, vicario dell'imperatore ed è alla disperata ricerca di aiuti militari per difendere i propri confini. In questo contesto Giacomo da Carrara, ricco e influente membro del Consiglio cittadino, conclude l'accordo di pace con Cangrande (1318) con una clausola segreta che prevede il matrimonio tra sua figlia Taddea e Mastino, nipote di Cangrande. A complicare le cose sboccia l'amore "impossibile" della giovanissima Taddea per Pietro junior, figlio di Pietro d'Abano, famoso medico-astrologo padovano, morto qualche anno prima, in circostanze misteriose, dopo tre processi per eresia. Dopo una serie di incredibili vicissitudini, a mio avviso descritte magistralmente, Pietro junior incapperà a sua volta nelle maglie dell'Inquisizione e verrà condannato al rogo quale eretico. La seconda parte del romanzo è ambientata ai giorni nostri. La trama si snoda attraverso un'appassionante indagine poliziesca su un teschio rinvenuto tra le rovine di un antico monastero e uno strumento ottico "fuori tempo" che stimola la curiosità di alcuni studiosi. Le scoperte si susseguono e la verità trionfa, placando la sete di vendetta dello spirito "inquieto" del giovane Pietro. Romanzo scritto con rigore storico; la trama ben congegnata e avvincente rende piacevole la lettura. Le scene erotiche assolutamente credibili lo rendono consigliabile a un pubblico adulto.