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L' equivalenza delle catastrofi (dopo Fukushima)
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L' equivalenza delle catastrofi (dopo Fukushima) - Jean-Luc Nancy - copertina
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equivalenza delle catastrofi (dopo Fukushima)

Descrizione


Invitato a Tokyo a riflettere sul disastro nucleare di Fukushima, il filosofo francese Jean-Luc Nancy riflette sull'interconnessione profonda che lega ormai un cataclisma naturale come lo tsunami che ha sconvolto la costa giapponese nel 2011, e le catastrofi tecnologiche, economiche, ecologiche che pervadono il nostro immaginario quotidiano. Nell'età moderna, per Nancy, all'"universo infinito" ha risposto "l'uomo che supera infinitamente l'uomo" di Pascal. Il richiamo del filosofo francese è a un cambio di configurazioni umane, naturali, cosmogoniche, qui ed ora, dato che la nostra civilizzazione sembra attribuire valore solo ad un plus del futuro, che segue ¡1 tempo degli investimenti e dei ricavi: il plus di un futuro che non lascia spazio alla concretezza e all'esperienza radicale del presente. Che cosa vuol dire, scrive Jean-Luc Nancy, "pensare" in questa condizione che è la nostra?
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Dettagli

2016
27 ottobre 2016
63 p., Brossura
9788857535715

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alida airaghi
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Viviamo in un mondo disorientato e disordinato, assemblato in molteplici e confuse forme prive di una prospettiva comune e condivisa di sviluppo: un mondo capace solo «di moltiplicare l’immondo», in cui qualsiasi emergenza naturale (terremoti, inondazioni, siccità, eruzioni vulcaniche…) diventa catastrofe epocale e senza confini. Così è stato per Fukushima, il cui nome rievoca tragicamente nella rima il primo olocausto nucleare di Hiroshima: lì un sisma e lo tsunami che ne derivò provocarono una catastrofe tecnica, con ripercussioni sociali, ecologiche, sanitarie, economiche, politiche di cui è ancora oggi impossibile tracciare un limite, un perimetro nel tempo e nello spazio. Nancy accusa l’intero occidente capitalistico di aver creato negli ultimi due secoli una complessità di sistemi interdipendenti, con l’unico fine del profitto economico e dell’accumulazione monetaria, per cui ogni avvenimento locale si ripercuote a livello universale, con conseguenze inarrestabili e imprevedibili. In questo senso, tutte le catastrofi sono equivalenti, e ad esse non si riesce più a opporre margini e a dare risposte in senso filosofico o religioso: l’energia atomica, anche ad uso civile, rimane un pericolo potenziale dagli effetti spaziali e temporali immisurabili, eccedenti le capacità di controllo tecnico e politico di qualsivoglia superpotenza. Che fare, quindi? Come salvare noi stessi e le generazioni future da questo orizzonte apocalittico che ci sovrasta? Ripensando tutto, suggerisce Nancy. A cominciare da un’idea utopistica di sviluppo inarrestabile, di crescita economica e tecnica proiettata in un domani sempre più ricco e perfetto. Pensare il presente, lavorare per il presente, migliorare il presente. Abituarci all’idea di rifondare una civiltà che, modificando le esasperazioni economicistiche attuali, aiuti a preparare un domani vivibile e sostenibile per tutti, nel quale «la produzione conti meno dell’attenzione al fatto stesso della nostra esistenza».

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Jean Luc Nancy

1940, Bordeaux

È uno dei piú importanti filosofi contemporanei. Dopo aver completato gli studi di filosofia a Parigi, ottiene il suo dottorato con un lavoro su Immanuel Kant con Paul Ricoeur. È stato professore di Filosofia nelle Università di Strasburgo e San Diego in California. Ha insegnato anche a Berkeley, Berlino, Irvine e San Diego. Tra i suoi libri tradotti in Italia ricordiamo: Il peso di un pensiero (Mimesis, 2009), Sull’amore (Bollati Boringhieri, 2009) e Corpo teatro (Cronopio, 2010).

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