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El Paseo de Gracia - Mario Soldati - copertina
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El Paseo de Gracia

Descrizione


Al Paseo de Gracia di Barcellona - dice un anonimo autore catalano - tutti si incontrano come al giudizio universale. Qui però "Il Giudizio Universale" è il titolo di un kolossal cinematografico ispirato alla Cappella Sistina: vogliono realizzarlo un vecchio produttore avido di potere e di denaro in alleanza con un rampante capitano dell'industria televisiva degli anni Ottanta. Esiste già un'antica sceneggiatura scritta da Eugenio Crema-Donnini, o Eugene Kramer, come lo chiamano ora in California, talentuoso scenografo da Oscar, vero protagonista del libro: un uomo doppio, di "granitico egocentrismo", tormentato da un eros che lo spinge a ripetuti tradimenti e trasgressioni, ma al tempo stesso marito senza pentimenti e padre coscienzioso. Edito nel 1987, "EI Paseo de Gracia" è un romanzo di invenzione rigogliosa in cui i classici temi soldatiani sono proiettati nel mondo che cambia dell'economia e della comunicazione; un libro doloroso e irriverente in cui Soldati ha il coraggio di farsi beffe di tutto, del cinema, della finanza, delle donne, persino di se stesso. Questa edizione si arricchisce di un'introduzione di Massimo Onofri e di una nota al testo di Stefano Ghidinelli, corredata da materiali inediti.
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Dettagli

2009
Tascabile
16 gennaio 2009
L-207 p., Brossura
9788804581253

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ormos
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L’ultimo romanzo di Mario Soldati – scritto all’età di 81 anni – racconta il mondo del cinema, un ambiente del quale egli stesso è stato protagonista firmando la regia di importanti film (tra tutti, ricordo Piccolo mondo antico del 1941). E del cinema ci parla a tutto tondo: narrando le vicende di Eugenio – da tutti chiamato Eugene – scenografo di fama, Soldati tratteggia i caratteri tipici: i produttori avidi e con pochi scrupoli, le maestranze indaffarate, gli assistenti sempre “sul pezzo”, e poi gli spostamenti a qualunque ora, le fasi concitate dei provini, la fulminazione improvvisa per un personaggio e via discorrendo. In questa specie di frenesia nella costruzione di un film, Eugene troverà tempo e modo di dare sfogo a una sua particolare inclinazione verso le donne, pur mantenendo ben saldo il proprio matrimonio con Irma, a cui pur nella distanza non negherà mai la telefonata della buonanotte. Qui c’è tutto lo stile di Soldati, soprattutto la sua vivacità, e la lettura è stata piacevole.

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Mario Soldati

1906, Torino

Scrittore e regista italiano, Mario Soldati, dopo avere insegnato negli Stati Uniti, torna in Italia nel 1931 e intraprende la carriera di scrittore e di sceneggiatore (collabora alla stesura delle commedie La tavola dei poveri, 1932, di A. Blasetti e Il signor Max, 1937, di M. Camerini). Dopo alcune coregie, debutta da solo dietro la mdp con Dora Nelson (1939), sofisticato esempio di cinema dei «telefoni bianchi». Il suo cinema è ricco dal punto di vista figurativo e si distingue da buona parte delle produzioni italiane del periodo per la ferma attenzione che il regista pone al paesaggio, da lui visto non come parte ma come sostanza del racconto: in questo senso due opere come Piccolo mondo antico (1941) e Malombra (1942) rappresentano le vette di quel cinema poetico e...

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