Effetti desiderati. Parole, psicofarmaci e relazioni quando l'anima fa male

Si parte dalla medicina narrativa, con la citazione di alcuni casi clinici osservati dall’autore nella sua pratica clinica, per arrivare ad una puntualizzazione su origine, storia, effetti desiderati, effetti collaterali e limiti degli psicofarmaco ormai largamente in uso da anni. Ciò che emerge è che gli psicofarmaci hanno tutt’ al più un’azione sui sintomi, ma non sulle cause della malattia mentale. Del resto, nonostante la nomenclatura e le classificazioni aggiornate, è sempre difficile imbrigliare la malattia psichiatrica in uno schema rigido, perché le sfumature sono molte e polimorfe, influenzate dalla familiarità, dall’ambiente e dalle persone che circondano il malato Un esempio per tutti il disturbo bipolare, in cui la ‘recovery’ (cioè il programma di gestione e gli obiettivi da raggiungere per questi pazienti) comporta approcci multi direzionali (clinici, esistenziali, funzionali, fisici e sociali) sinergici. Gli effetti desiderati di queste cure sono proprio il raggiungimento di questi obiettivi, validi e positivi. Base imprescindibile per ottenere questi successi è un attento ascolto delle domande che le persone pongono: le risposte non possono ovviamente essere fondate sulla sola prescrizione farmacologica. Unico limite di questo saggio: la parte iniziale dedicata ai casi clinici ‘stenta’ un po’ nella sua esposizione ed è poco coinvolgente. Meglio decisamente la seconda parte del libro (descrizione scientifica rigorosa ma fruibile a tutti della storia, usi, modalità d’azione dei vari psicofarmaci), dove l’autore emerge nelle sue indiscusse qualità di medico.

Si parte dalla medicina narrativa, con la citazione di alcuni casi clinici osservati dall’autore nella sua pratica clinica, per arrivare ad una puntualizzazione su origine, storia, effetti desiderati, effetti collaterali e limiti degli psicofarmaco ormai largamente in uso da anni. Ciò che emerge è che gli psicofarmaci hanno tutt’ al più un’azione sui sintomi, ma non sulle cause della malattia mentale. Del resto, nonostante la nomenclatura e le classificazioni aggiornate, è sempre difficile imbrigliare la malattia psichiatrica in uno schema rigido, perché le sfumature sono molte e polimorfe, influenzate dalla familiarità, dall’ ambiente e dalle persone che circondano il malato Un esempio per tutti è il disturbo bipolare, in cui la ‘recovery’ (cioè il programma di gestione e gli obiettivi da raggiungere per questi pazienti) comporta approcci multi direzionali (clinici, esistenziali, funzionali, fisici e sociali) sinergici. Gli effetti desiderati di queste cure sono proprio il raggiungimento di questi obiettivi, validi e positivi. Base imprescindibile per ottenere questi successi è un attento ascolto delle domande che le persone pongono: le risposte non possono ovviamente essere fondate sulla sola prescrizione farmacologica. Unico limite di questo saggio: la parte iniziale dedicata ai casi clinici ‘stenta’ un po’ nella sua esposizione ed è poco coinvolgente. Meglio decisamente la seconda parte del libro (descrizione scientifica rigorosa ma fruibile a tutti della storia, usi, modalità d’azione dei vari psicofarmaci), dove l’autore emerge nelle sue indiscusse qualità di medico, che a mio avviso superano quelle di narratore.