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Edward Hopper. La fotosintesi dell'essere - Yves Bonnefoy - copertina
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Edward Hopper. La fotosintesi dell'essere - Yves Bonnefoy - copertina

Descrizione


"Non vi è cosa più vana del domandarsi chi siano quegli esseri che Edward Hopper mette in scena, o cosa accade tra loro e cosa sta per accadere occorre piuttosto rivivere con lui la sensazione che nessuno può comprendere nessuno, e osservare che se ha fissato sulla tela una situazione e non un'altra, è solo perché ha creduto di riconoscere nell'uno o nell'altro dei suoi protagonisti lo stesso senso di solitudine e di isolamento che egli prova, e insieme un'aspirazione, un brusco turbamento dell'anima che spesso non lo dubitiamo - angosciano lui stesso." (Y. Bonnefoy)
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Dettagli

2018
30 gennaio 2018
87 p., ill. , Brossura
9788884166722

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alida airaghi
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L’originalità di questo volume è costituita dal fatto che il più grande poeta francese della seconda metà del ’900 rilegge qui un eccezionale protagonista dell’arte americana del secolo scorso. Lo rilegge e ce lo presenta come solo può fare un poeta: poeticamente. Ripercorrendo la pittura di Hopper dagli esordi e nelle sue trasformazioni, Bonnefoy la illustra psicologicamente e filosoficamente, attraverso lo sguardo elegante e severo della sua scrittura. I rimandi puntuali ai quadri trovano riscontro nelle illustrazioni, inevitabilmente manchevoli e approssimative perché in bianco e nero. Fino al 1920 Hopper dipinse paesaggi dai colori chiari, dai confini dilatati, ma privi di figure umane, caratterizzati dalla ricerca silenziosa di un rapporto con la natura e con l’illimitato. In seguito abbandonò la pittura “en plein air” in favore di una presenza costante di figure umane, soprattutto femminili. Persone immobili, in piedi o sedute, con lo sguardo fisso verso una lontananza indefinita, chiuse in una taciturna incomunicabilità carica di aspettativa: più che a rappresentarne la specificità, Hopper sembrava interessato a raccontarne astrattamente l’idea di isolamento, abbandono e silenzio. Tutti i personaggi paiono estraniarsi da ciò che stanno vivendo, quasi sperando in una sorpresa che li inquieterà, oppure chiusi in un torpore da cui non vogliono essere risvegliati. Le presenze femminili sono imbozzolate in una realtà emarginante che non comprendono, nella società urbana e desolata dei treni, delle autostrade, dei bar o dei motel, bloccate nella fissità di un istante che si assolutizza: donne in attesa di una condanna, e non di una glorificazione. Così come le persone, suggellate nelle loro barriere di indicibilità, anche gli interni sono vuoti, nudi, privi di oggetti e di mobili, immutabili in una loro luminosità deserta: una presenza umana costituirebbe un ostacolo, disturberebbe l’intuizione dell’assoluto, che solamente la luce può trasmettere, nel silenzio.

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Yves Bonnefoy

1923, Tours

Yves Bonnefoy è stato un poeta francese, saggista, traduttore e storico dell'arte, comunemente riconosciuto come il poeta più importante della sua generazione. Temi centrali dei suoi lavori sono l'esistenza, la natura, la morte e il ruolo della poesia. Movimento e immobilità di Douve (1953, nuova trad. italiana Einaudi 2000).Yves Bonnefoy nasce in una famiglia proletaria. Suo padre lavora come assemblatore di locomotive. Sua madre è un'insegnante e segue l'educazione del figlio.Inizia a scrivere molto presto e nel 1934 entra al Lycée Descartes a Tours. Studia matematica e filosofia all'Università di Poitiers e alla Sorbona e si laurea in Filosofia all'Università di Parigi.Dopo la guerra viaggia in Europa e negli Stati Uniti e studia storia dell'arte....

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