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Il libro contiene una rassegna storica degli ebrei in Inghilterra dal 1066 al 1290 e dei cripto-giudei sino alla fine del XVII secolo, nonché una breve trattazione della questione dell’usura da Platone ai mercantilisti. Si esamina anche il diverso orientamento di due sommi poeti, Dante e Shakespeare, sul problema dell’usura e degli usurai: l’uno, nella certezza della sua visione medievale del mondo, aristocratica e religiosa, condanna recisamente l’usura come peccato contro natura e perciò contro Dio; l’altro, che ha già le problematiche e la sensibilità dell’uomo moderno, aperto al dubbio, non prende posizione e si astiene dall’esprimere un giudizio morale. Scegliendo fra le figure letterarie dell’usuraio ebreo, l’autore si sofferma su quelle del Barabba marloviano e dello Shylock del Merchant of Venice, entrambi tipici ‘diversi’ (o ‘strangers’) nella società in cui vivono: del secondo personaggio, l’ebreo metamorfosato, si mettono in risalto gli aspetti diabolici, animaleschi e mitici (il diavolo, il cane, il lupo, il lupo mannaro e l’orco). Infine, si studia il linguaggio mercantile in Shakespeare e Marlowe, anche come ricca miniera di metafore e stilemi.
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