Thank You for Smoking

Nick Naylor è un uomo di successo, incarna in sé il concetto del "potere alla parola", d' altronde bisogna avere un' abilità oratoria non indifferente per convincere la gente che i danni del fumo siano in fondo trascurabili così come avviene anche nella nostra realtà di tutti i giorni. Nick è il rappresentante dell'Accademia degli Studi sul Tabacco, un'associazione nata per contrastare le ricerche dell'American Lung Association, l' associazione USA che mette in guardia dai rischi del fumo ed aiuta i fumatori a smettere di fumare da più di un secolo (da Agosto 2006, è disponibile in italiano il libro Smetti di fumare! 7 regole per riuscirci che consiglio a tutti i fumatori perchè vi troveranno le startegie giuste per smettere). La sceneggiatura è ispirata all'omonimo romanzo di Christopher Buckley, disponibile sia in lingua inglese che in lingua italiana. Per tutti ... ma farà riflettere in particolar modo i fumatori italiani, che sono ben 15 milioni!

Un ritratto della società americana dove c'è chi fa a gara a chi è più mefistofelico, che volendo può sposarsi perfettamente con gli odierni ribaltamenti del sistema lobbistico mondiale, pura e semplice attualità, dove anche chi tiene il passo dei buoni in realtà patteggia col diavolo sottobanco. Nick Naylor ci mette la faccia e le parole, il disprezzo lo fa il popolo americano e i politici inchiodati alle loro poltrone pronte a fare il più spietato dei ripulisti. Cinico e politicamente scorretto, montato ad hoc per giocare su satira e commedia nero-grottesca, THANK YOU FOR SMOKING fila come un treno e non si ferma quando gioca sporco, dandoci in pasto un Aaron Eckhart totalmente a suo agio nei panni del manipolatore e "mefistofelico yuppie", ma soprattutto traccia una linea sottile tra il bene e il male, descrive alla perfezione l'opportunismo, schiaffeggia la politica dei benpensanti e allo stesso tempo tratta i media come mandrie di mucche assettate della prima parola dell'interessato al proprio microfono. Non male il lavoro del Reitman figlio d'arte che gioca di sponda cercando di valorizzare i sentimenti e le virtù familiari usando la politica lobbista e il cinico arrivismo come trampolino, diventando persino voyeuristico quando ci ritroviamo in una steakhouse insieme ai mercanti di morte tra quattro mura che sembrano volerci stritolare, in cui siamo come spie coi microfoni puntati alle loro riunioni a tre. Da ricordare, quindi, ma da non sopravvalutare, anche perchè Reitman accelera un pò quando si arriva al dunque, appiattendo un pò la situazione, lasciandoci comunque in un finale in maschera che appare consolatorio ma viene riassunto dal ghigno impassibile di superiorità di Nick Naylor. Se poi si pensa sia educativo, beh, non lo è certo per quanto riguarda il fumo, è piuttosto, come già detto, una lama tagliaburro sulla bandiera e sui siparietti che stazione dietro alle sue problematiche.