Porco Rosso

Grande classico dell'animazione Ghibli e del cinema del grande Hayao Myazaki. "Porco Rosso" è un film nostalgico e malinconico, in cui traspare tutto l'amore di Myazaki per l'Italia, ma anche il fantasma del fascismo pronto a portar via tutta quella bellezza e la libertà esemplificata dalla metafora del volo. Myazaki dirige un'opera toccante e profonda, e lo fa con uno stile di disegno e di animazione a metà tra quello nipponico e quello europeo/occidentale. Una menzione speciale va fatta anche alla stupenda colonna sonora e ai bellissimi titoli di coda finali.

Lontano dai suoi abituali mondi fantastici, il maestro Miyazaki mette in scena un maiale antropomorfo nell'Italia fascista. Una pellicola bellissima, curata e potente, in cui emergono tutte le tematiche care al grande maestro giapponese, su tutte la poetica del volo come inno alla libertà. Bellissimo.

Con la leggerezza che contraddistingue i grandi, nel 1992 Miyazaki concepisce questa favola ispirata al mondo dell'aviazione bellica portando la sua narrazione fantastica nella difficile Italia degli anni '30. Marco "Porco Rosso" Pagot è un giovane aviatore italiano che in seguito ad uno scontro nei cieli ha visto trasformarsi misteriosamente il suo volto in quello di un suino ed ha scelto poi per se stesso una vita da eremita, guadagnandosi da vivere come cercatore di taglie, osteggiato dal regime e a sua volta insofferente ad esso. L'incontro con una giovane apprendista meccanica gli cambierà la vita, ritrovando i propri amori. "Meglio maiale che fascista!", è la battuta iconica del protagonista in quella che forse è l'opera più esplicitamente politica del Maestro giapponese. Animazione come sempre superlativa per l'ennesima perla di Miyazaki.