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La vita di Durruti prima e durante la rivoluzione sociale. La popolazione in armi. Un grande sogno sconfitto solo militarmente dai totalitarismi rossi e neri. Una pagina drammatica ma coinvolgente della storia europea che fa da prodromo alla seconda guerra mondiale. Una cronaca appassionata da chi giovanissimo aveva scelto da che parte stare senza compromessi.
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Abel Paz è lo pseudonimo di Diego Camacho, operaio e intellettuale autodidatta spagnolo, scomparso da poco più di un anno. Come ricorda la densa prefazione di Giovanni Cattini, docente a Barcellona, la figura del lavoratore innamorato della cultura è frequente nel movimento anarchico iberico, scarsamente frequentato da accademici. La monumentale biografia del leader Buenaventura Durruti (1896-1936) è ancora oggi la più citata ed è stata tradotta in una quindicina di lingue, tra cui il turco e il giapponese. Oltre alle fonti d'archivio e bibliografiche (poco disponibili negli anni sessanta quando iniziò la ricerca), Abel Paz ha raccolto, grazie a molti attivisti libertari in esilio, decine di preziose testimonianze sull'avventurosa vita di un hombre de acción. Questo testo evidenzia che il momento centrale per l'intero movimento rivoluzionario e antifascista spagnolo è la prova di forza con il golpe del 19 luglio 1936. Negli scontri a Barcellona, Durruti mette a frutto l'esperienza accumulata tra fughe e azioni dirette, insurrezioni e carceri, e guida la risposta vincente dei lavoratori della Cnt-Fai e di qualche reparto di militari rimasti fedeli al governo repubblicano. Nel giro di pochi giorni le milizie si organizzano in colonne e marciano verso l'Aragona, dove però la lotta ristagna anche perché il governo è diffidente verso i rivoluzionari combattenti. Nel novembre 1936 Durruti si sposta con la colonna in difesa di Madrid, dove muore in circostanze non chiare. Il filo conduttore biografico intessuto, con uno stile avvincente, da Abel Paz segue l'anarchismo spagnolo fino alla tragica guerra civile. Durante la lunga notte del franchismo, repressione e clandestinità sembrano tagliare le radici sociali di un movimento sia utopico sia realistico. L'interesse attuale suscitato da questo, e da altri volumi, testimonierebbe il contrario.
Claudio Venza
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