Due Sicilie

L’Autore ci fa muovere nel sottile confine fra la realtà dell’esistenza umana e il regno delle tenebre, sentiero e territori a lui consoni: strane morti e misteriose sparizioni si intrecciano con visioni allucinate, frastornanti scambi di identità, scenari apocalittici, sfasamenti temporali e alternanza di mondi; e su tutto questo spira costante l’alito della morte e ristagna l’odore del demonio. Sulle tonalità del crepuscolo mitteleuropeo tipiche di Joseph Roth e sulle morbide e splendide rappresentazioni della campagna austriaca prevalgono le inquietanti e talora ipnotiche atmosfere a cui Lernet-Holenia ci ha abituato. Magnifico lavoro di cesello del traduttore.

Questo giallo è ambientato nel 1925 ed ha per protagonisti gli ex ufficiali di un reggimento (il "Due Sicilie") di ulani ormai scomparso dopo il crollo dell'Impero austro-ungarico. Mi piace definirlo "metafisico" in quanto in esso mi è parso di poter cogliere molti riferimenti ad elementi che hanno a che fare con la spiritualità: ad esempio (a pagina 205) vi sono espressi dei concetti riguardo all'anima che mi hanno fatto ricordare la concezione di questa nella religione dell'antico Egitto e che tanto influenzò l'esoterismo europeo a cavallo tra '800 e '900. Qualche riflessione filosofica e alcuni riferimenti storici sparsi qua e là conferiscono all'opera un tocco di erudizione. Traspare anche la triste condizione dei reduci della Grande guerra che si sono ritrovati, non solo sconfitti e con una patria umiliata, ma anche catapultati nel mondo civile senza avere arte e con poca (o nessuna) parte. La trama si adatterebbe bene ad una trasposizione cinematografica, un vero peccato che nessuno ci abbia ancora pensato. Ne consiglio la lettura agli appassionati lettori di gialli e racconti ammantati da un misterioso alone di soprannaturale, come quelli alla Dino Buzzati o Henry James.

Capita che qualcuno, messo di fronte a recensioni che lodano i libri in esame, scrive che forse non ha capito nulla. Ecco, questa volta tocca a me: pagine e pagine di digressioni che interrompono lo svolgersi del romanzo e della sua trama, protagonisti che alla fine si moltiplicano nel doppio, nel triplo della loro identità con scarsa verosimiglianza, timide descrizioni realistiche che si perdono nel flusso incontenibile delle riflessioni. Una lettura che più noiosa di così...si muore (come succede nel romanzo, d'altra parte).