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Due novelle del Seicento - Adolfo Albertazzi - copertina
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Due novelle del Seicento - Adolfo Albertazzi - copertina

Descrizione


Le "Due novelle dei Seicento" sono tratte da una raccolta di racconti molto rara di Adolfo Albertazzi, discepolo del Carducci e raffinato intellettuale del primo Novecento. Le sue novelle possono essere distinte in due categorie: quelle storiche, che riportano alla luce fatti riconducibili al vero o plasmano situazioni del presente sullo sfondo di tempi lontani; e quelle fantastiche, legate cioè alla pura invenzione dell'autore. La distinzione tra le une e le altre non è mai nitida, ma il risultato è unico: l'autore parla di vita, spoglia la quotidianità fino a coglierne un'essenza che, nella storia dell'uomo, si classifica come il continuum esistenziale; quindi parla del proprio tempo, che però rispecchia il tempo del passato e lo riflette nel futuro. Con un sottofondo di ironia latente ma sempre vivo egli riesce a recuperare, senza esaurirsi in nessuna di esse, varie esperienze narrative: dalla fiaba popolare al bozzetto provinciale, passando per il grande scorcio romanzesco grazie a una misura breve, personale, che ne risolve le caratteristiche in un singolare equilibrio. Anche le due qui proposte, attuali benché ambientate in epoche lontane, venate di un umorismo tipicamente romagnolo, fanno divertire e trepidare i lettori perché si collocano in quella zona misteriosa che attraversa le nostre esistenze quotidiane.
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Dettagli

2020
3 febbraio 2020
Brossura
9788831900201

Valutazioni e recensioni

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Sara Maria Serafini
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"Due novelle del Seicento" di Adolfo Albertazzi (divergenze editore) mi ha fatto provare una nostalgia pazzesca dei banchi del liceo, di quando la letteratura era fatta di storie semplici, i protagonisti erano allo stesso tempo coraggiosi e buffi e la lingua usata era lontana e vicina. Proprio come queste due storie, in cui gli uomini hanno i nostri pregi e difetti, nonostante vivano in un tempo apparentemente lontanissimo. Nelle due novelle l'umanità è descritta esattamente per ciò che è ed è sempre stata, capace di grandi raggiri, piena di vezzi, ma anche di fragilità e debolezze. Gli uomini del Seicento, come quelli del nostro secolo, tessono intrighi, si affidano al destino, ma hanno l'animo incline a far la cosa giusta. Questo breve libro dovrebbe essere letto tra i ragazzi delle scuole superiori, perché riuscirebbe ad attirare la loro attenzione (che non è cosa facile), li farebbe incuriosire, sorridere, e infine giungere a un lieve insegnamento, che è sempre lo stesso: rintracciare quei valori che oggi appaiono lontani e confusi, ma che descrivono i caratteri positivi di una società. Concludo riportando un'affermazione di Calvino che appare nella bella postfazione del libro a cura di Diletta Pacini: "È classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l'attualità più incompatibile fa da padrona".

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Adolfo Albertazzi

(Bologna 1865-1924) narratore e critico italiano. Biografo di Tasso, Foscolo e Carducci (di cui fu allievo), lasciò un’utile storia del romanzo italiano (Il romanzo, 1903). Fu anche narratore fecondo, ma di breve respiro: meglio che nei romanzi (L’Ave, 1896; Ora e sempre, 1899; In faccia al destino, 1906), riuscì in alcune novelle d’ambiente emiliano (Il zucchetto rosso e storie d’altri colori, 1910; Amore e amore, 1914; Il diavolo nell’ampolla, 1918), storie semplici di gente modesta, venate ora di bonario umorismo, ora di malinconica ironia, ora di accenti tragici.

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