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Il drago nello specchio. L'evoluzione dell'intelligenza umana dal big bang al terzo millennio - John Skoyles,Dorion Sagan - copertina
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Il drago nello specchio. L'evoluzione dell'intelligenza umana dal big bang al terzo millennio - John Skoyles,Dorion Sagan - copertina

Descrizione


Perché, con un patrimonio genetico poco lontano da quello di una scimmia e simile a quello di un primitivo cacciatore-raccoglitore, siamo gli unici animali capaci di leggere, guidare un'automobile, costruire navicelle spaziali? Un quarto di secolo fa, Carl Sagan provò a spiegare questo mistero nel classico "I draghi dell'Eden". "Il drago nello specchio" ne è l'ideale seguito. Un seguito necessario, anche perché oggi i risultati della ricerca scientifica offrono la base per quella "teoria della coscienza" che, allora, Carl Sagan poteva solo immaginare. Con questo libro, suo figlio Dorion e il ricercatore John Skoyles affrontano la questione con rigore, attraverso un'inedita connessione di scoperte scientifiche provenienti dalle discipline più svariate: neuroscienze, reti neurali, scienze cognitive, psicologia infantile, antropologia, paleontologia e altre ancora. È un viaggio avventuroso, nel quale gli autori conducono il lettore, con uno stile naturale e quasi letterario alla scoperta della storia evolutiva della nostra intelligenza, a partire dai rettili che per primi popolarono la Terra fino a ciò che ci aspetta nel Terzo Millennio. Con la scommessa che lo sviluppo di questa umanissima facoltà sia tutt'altro che concluso.
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Dettagli

2003
1 ottobre 2003
448 p., Brossura
9788851800239

Valutazioni e recensioni

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lobi
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Ottima spiegazione di come funzioni e si sia evoluta la mente umana. Il libro nonostante l'argomento risulta sempre interessante e piacevole da leggere. Credo che ci siano poche pubblicazioni che possano essere altrettanto valide sull'argomento.

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Voce della critica

Nel 1977 Carl Sagan pubblicò I draghi dell'Eden: speculazioni sull'evoluzione dell'intelligenza umana, una storia del cervello umano destinata a un successo senza precedenti nel panorama della divulgazione biologica. Questo libro, di cui un autore, Dorion Sagan, è figlio di Carl, riprende il tema a distanza di un quarto di secolo, proponendo ancora le stesse domande. Cosa rende Homo Sapiens diverso dagli ominidi da cui è originato? Cosa è cambiato dall'inizio della storia dell'Homo Sapiens a oggi? Quale processo ha consentito di trasformare così visibilmente la società degli antichi cacciatori-raccoglitori del Paleolitico fino a generare quella industriale-tecnologica dell'uomo moderno? Se il cervello di centomila anni fa non era così diverso da quello attuale, perché molte acquisizioni culturali e tecnologiche sono sorprendentemente recenti?

La questione centrale sta nella potenzialità del nostro cervello. Nella suggestiva metafora proposta nella prefazione all'edizione italiana, in una ipotetica "assemblea" paleolitica di 120.000 anni fa ci si divide su una questione di straordinaria importanza: stabilito che il nostro genoma è fissato e non subirà significative variazioni, come saranno gli uomini del futuro? Secondo la "destra" essi non saranno molto diversi, mentre la "sinistra" confida sulla possibilità che si sviluppino nuove e insospettabili capacità.

Quella proposta dagli autori, che si collocano nel secondo schieramento, è una sorta di visita guidata della storia evolutiva e funzionale di alcuni centri critici del nostro sistema nervoso centrale. Emerge così il ruolo fondamentale del lobo prefrontale come "direttore d'orchestra" dell'intera corteccia cerebrale: il suo sviluppo avrebbe garantito ai nostri progenitori la possibilità di essere sempre più riflessivi rispetto agli ominidi che li hanno preceduti, cioè sempre più capaci di agire secondo immagini interne e di pianificare e valutare il proprio comportamento. La socialità e il rapporto più stretto tra i componenti di un nucleo familiare avrebbero consentito al cervello di sviluppare nuove e inattese proprietà, fino all'utilizzo di icone e simboli, risultato complesso dell'attività concertata della corteccia prefrontale e di altre aree cerebrali. Il comportamento riflessivo avrebbe quindi modificato i rapporti sociali in un feedback dagli esiti esplosivi e imprevedibili. La manipolazione dei simboli è la grande svolta nell'evoluzione dell'umanità, soprattutto in uno dei suoi aspetti più impressionanti: la produzione di un linguaggio verbale complesso.

Grande accento viene posto sul ruolo di un ambiente ricco di stimoli nella realizzazione delle potenzialità cognitive: il fatto che scimpanzé bene addestrati imparino l'utilizzo di simboli linguistici che nelle fisiologiche condizioni di vita non apprenderebbero suggerisce che le innovazioni di vita sociale e familiare apportate nel corso dell'evoluzione umana abbiano costituito un substrato fondamentale per l'ulteriore sviluppo del cervello. Queste funzioni nuove, dirette dal lobo prefrontale, sono la base del mindware cerebrale, il corrispondente del software di un computer. La storia recente del nostro cervello potrebbe essere stata simile a quella di un computer che, pur possedendo sempre lo stesso hardware, ha subito modificazioni del sistema operativo che ne hanno ampliato le potenzialità.

Skoyles e Sagan non si limitano ad affrontare l'evoluzione delle funzioni cerebrali basandosi su dati aggiornati e presentati in modo scientificamente rigoroso, ma si muovono in modo attivo negli insidiosi campi delle neuroscienze cognitive e dell'evoluzione biologica. Il tono generale è quello di una divulgazione coinvolgente e di alto profilo che rende accessibili al grande pubblico questioni che, per le profonde ricadute sociali ed etiche, appaiono vitali per un'equilibrata e consapevole partecipazione alla società civile.

Emerge l'antico fascino del nostro cervello, la cui storia è avvolta da un fitto mistero, squarciato solo qua e là dall'indagine scientifica: eppure, anche se le informazioni a disposizione sono ancora inadeguate, e la nostra stessa mente si confonde nel riflettere su se stessa, si tratta di un percorso che potrebbe riservare piacevoli sorprese. Emerge infatti una chiave di lettura profonda e comune agli esseri umani, un senso di identità e di comprensione reciproca: noi tutti, nelle nostre individualità e differenze, condividiamo la stessa storia, il patrimonio di una "scimmia nuda" dalle potenzialità cognitive uniche.

Il drago, familiare e arcano, ci sorride beffardo dallo specchio.

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