Una donna tra due mondi. La mia vita all'ombra di Saddam Hussein

Interessante rivelazione dei mezzi, anche psicologici, utilizzati dal dittatore Saddam Hussein per manovrare il suo popolo e la visione nel mondo del suo Paese. La famiglia della narratrice entra nella cerchia delle amicizie del dittatore perchè così è da lui voluto; egli muove le pedine del suo scacchiere come solo lui desidera, senza alcuna emozione ma con troppo terrore, sospetto e repressione della volontà altrui. Non esiste nulla se non il proprio desiderio, anche quando questo può infrangersi contro le altrui aspettative e volontà. E la repressione è talmente profonda che l'unica via di uscita sembra essere il solo rimedio, quello del matrimonio combinato con un parente o conoscente all'estero. La tirannia non abbandonerà però la protagonista, imbrigliata in un matrimonio dove ancora la sudditanza e la coercizione dominano il rapporto. Ma la voglia di libertà trascinerà Zainab fuori da questa agonia, portandola al riscatto sociale esoprattutto personale. Il libro può costituire un validissimo strumento di comprensione di come si può (non) vivere nei Paesi ove mancano democrazia e libero arbitrio, valori per noi occidentali naturali e irrinunciabili. Sono situazioni che proprio in questo inizio 2011 si sentono ancora raccontare (finalmente!) da parte di giornalisti ma soprattutto dai protagonisti delle attuali forze di contestazioni dei regimi dittatoriali nordafricani e del Medioriente.

Un libro davvero eccellente. Nonostante i temi siano piuttosto 'pesanti' e forti, la protagonista li racconta in modo molto informale, quasi fossero delle confidenze che sta facendo al lettore. In questo modo si può considerare le vicende narrate dal punto di vista di chi le ha vissute in prima persona, e si viene a conoscenza di aspetti che non sono mai emersi dai telegiornali o dai documentari.