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La donna nella pioggia - Marina Visentin - copertina
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La donna nella pioggia - Marina Visentin - copertina
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Descrizione


«Perdere il tempo è un delitto. Il tempo di Stella, tra un passato ignoto e un futuro che fa paura, è il centro della bellissima storia di Marina Visentin, un'autrice da scoprire.» - Maurizio de Giovanni

Pensavo di conoscere il posto di ogni cosa, il nome di ogni strada, la mappa della mia vita. Invece. Stella Romano non saprebbe dire quando le ore che compongono le sue giornate abbiano cominciato a scomparire. In una quotidianità senza imprevisti, scandita dalle attività ripetitive e confortanti delle figlie, dai viaggi di lavoro del marito, dai piccoli gesti di una vita agiata in cui continua a sentirsi un'estranea, a Stella mancano dei momenti; ore intere di cui non ha alcun ricordo, in cui compie azioni che poi si smarriscono nelle profondità della mente, in cui diventa un'altra persona. Un giorno, anche il vaso di sua madre - unico legame con la donna scomparsa quando lei aveva tre anni - va in mille pezzi: è il segno tangibile che qualcosa non va, davvero, e Stella non può più fingere indifferenza di fronte a ciò che sta accadendo. Deve andare fino in fondo, riaprendo pagine dolorose della sua vita. Scavando in un passato di cui pochissimi sono i testimoni - la madre è morta in un incidente e il padre si è tolto la vita in manicomio -, Stella si rende conto di aver vissuto sepolta nelle bugie di chi avrebbe dovuto amarla e di aver costruito la sua identità di donna su un'infanzia fasulla. Anche il marito sembra stare dalla parte di chi non vuole che lei arrivi alla verità, a una vita nuova, lontana dai dolori e dai drammi del passato. E Stella capisce che chi ha rubato i suoi ricordi è pericoloso, nel passato come nel presente.
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Dettagli

2017
11 luglio 2017
420 p., Rilegato
9788856659269
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Indice

«Il prossimo anno sono quaranta!» dice Rosanna, e scoppia a ridere. Una risata un po' chioccia, sospesa a metà, quasi imbarazzata, come se avesse appena raccontato una barzelletta sporca. Io la guardo e non capisco. Perché ha voluto a ogni cosato organizzare una festa per il mio trentanovesimo compleanno? Una festa così, in una discoteca, con tutta questa gente, un rumore insopportabile. Ha esattamente dieci ani più di me, il traguardo più vicino, per lei, è rappresentato dai fatidici cinquanta, che sembra voler affrontare a passo di carica, smettendo di tingersi i capelli e gridando al mondo la sua rabbia di donna sola, divorziata e cinica, che degli uomini non sa che farsene. E delle donne nemmeno. Salvo quelle due o tre che costituiscono il suo mondo. Sua figlia Gabriella, sua madre Maddalena e io. La sua amica del cuore, dice lei, come una sorella. Quasi un'altra figlia, penso io. Lei scrive libri per bambini, tiene una rubrica su un quotidiano importante, frequenta i salotti giusti. Sa sempre che cosa dire, cosa pensare, come vestirsi, e naturalmente dove andare in vacanza. Io li illustro, i suoi libri, vivo all'ombra del suo successo, ma non me ne lamento. Il mio lavoro mi appassiona, mi stimola, è una fonte di continue scoperte. E poi cosa può esserci di meglio che disegnare per i bambini quando ti ritrovi con due bambine in casa? E ti sembra un prodigio la loro presenza e una magia il fatto di avere a disposizione, e senza alcuna fatica, gli strumenti perfetti per comunicare con loro: pennelli e pennarelli, colori e fantasia. Per tanto tempo ho pensato al mio angolo di mondo come al più confortevole dei nidi, un luogo sicuro, dove essere felici, sentirsi al riparo. Pensavo di conoscere il posto di ogni cosa, il nome di ogni strada, la mappa della mia vita. Invece.

Voce della critica

Quella di Stella Romano sembra una vita piacevole e soddisfacente: due bimbe allegre e vivaci, un bel marito, l’appartamento confortevole a Milano e un lavoro, quello di illustratrice di storie per bambini, che l’appassiona e la gratifica. Eppure, in Stella c’è qualcosa che non va. Una sottile inquietudine l’accompagna giorno dopo giorno, e Stella ha l’impressione di dimenticarsi non solo le cose, ma intere ore della sua giornata: “Mi avevano rubato un’ora di vita. E non riuscivo nemmeno a immaginare come poteva essere accaduto” (p. 32).

Non saprebbe dire quando il tempo ha incominciato a scomparire, ma quando se ne rende conto, giorno dopo giorno, la sensazione che prova è dapprima smarrimento, poi angoscia allo stato puro: nella vita quotidiana incominciano a susseguirsi situazioni di cui non ha alcun ricordo, momenti nei quali non ha coscienza di quello che fa, come se fosse un’altra persona a vivere la sua vita. Assalita da attacchi di panico, Stella incomincia a vivere in preda all’ossessione e alla paura di non potersi occupare più delle bambine, della casa, del lavoro: “Passavo gran parte delle giornate chiusa nello studio, concentrata e inquieta, in preda a un’ossessione infelice, una sorta di ipersensibilità malata che mi rendeva capace di sentire ogni muscolo, ogni singolo nervo, ogni centimetro di pelle” (p. 53).

Ormai è chiaro che non può più fingere, soprattutto con se stessa, che sia un malessere temporaneo. La situazione è grave e la protagonista deve reagire: “non era mio quel luogo, non era mia quella vita. Niente era mio. Solo la paura. Il terrore puro che ti prende quando non sai più chi sei. Una sensazione profonda che mi ha seguito dentro casa. Anche nel mio studio, dove sono andata a cercare riparo. E finalmente sono scoppiata a piangere” (p. 55). Mossa dalla volontà di riprendere in mano la propria vita, Stella capisce di dover affrontare i fantasmi del passato, perché è proprio lì che affondano le radici del suo malessere. Cresciuta dal padre adottivo, affettuoso ma di poche parole, Stella è ora determinata a scoprire cosa è realmente accaduto alla madre, morta in un misterioso incendio, e al padre naturale, che sembra essere morto suicida. Stella non può sapere cosa le riserverà la sua voglia di scoprire cosa è accaduto in passato, sa solo che stanca delle bugie e delle mezze verità che le sono state rifilate nel corso degli anni: ora finalmente ha il coraggio di partire “alla ricerca di una verità che potrebbe rivelarsi atroce. Un rischio che ha deciso di correre”(p. 278).

La donna nella pioggia è un affascinante thriller psicologico che indaga sul concetto di identità e sulla forza che ha il passato di influenzare il nostro presente. Chi sei davvero quando i ricordi sui quali hai costruito te stesso sono una menzogna? Marina Visentin, l’autrice del romanzo, è capace di grande introspezione e, con un’accurata costruzione psicologica, ci regala un personaggio intenso e complesso, una donna alle prese con un doloroso passato, tormentata e inquieta, ma decisa ad intraprendere un viaggio alla scoperta della storia della sua famiglia.  La narrazione scorre veloce, e il mistero si dipana pagina dopo pagina, anche grazie ai momenti di black out di Stella, capaci di aumentare la tensione narrativa: quello che la protagonista si trova ad affrontare è un labirinto fatto di segreti, bugie, misteri, un labirinto nel quale si muovono tutti gli altri personaggi, che per una ragione o per l’altra ostacolano la sua ricerca di verità. Un bel romanzo, ben costruito, che ci spinge anche a riflettere su quanto valore dare al nostro passato e sull’importanza di costruirsi una vita, nel presente, a misura nostra.

Recensione Chiara Barra

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Conosci l'autore

Marina Visentin

Marina Visentin, nata a Novara, vive e lavora a Milano. Laureata in filosofia, è traduttrice, consulente editoriale e ha collaborato con varie testate nazionali, scrivendo di cinema. Ha pubblicato testi di critica e storia cinematografica, libri di filosofia e psicologia. Dopo la fiaba noir Biancaneve (Todaro Editore, 2010), ha scritto La donna nella pioggia (Piemme, 2017).

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