Donatello... ovvero storia di un bambino diventato brigante

Con onestà intellettuale l’autrice narra una vita, una biografica, la storia di un bambino come tanti altri ma che la triste realtà del suo vissuto lo portarono a diventare una sorta di mito, di leggenda: Carmine Donatello Crocco. Un testo breve (l’ho letto in un paio d’ore) dove forti emozioni sono collegate tra loro in maniera fluida. Scritto utilizzando un linguaggio chiaro e privo di fronzoli. Ho inoltre apprezzato gli inserti dialettali [aforismi e nomi di oggetti] che a piè di pagina l’autrice “traduce” in italiano. Nelle pagine, sono narrate le tragedie risalenti alla metà del diciannovesimo secolo; ma vi ho ritrovato la scelleratezza di ciò che tutt’ora, anche se in un'altra forma, è vissuto in certe zone d’Italia. Agli esordi delle associazioni di famiglia, ciò che via via si definì nel tempo con diversi nomi per contraddistinguerle… al presente generalizzata con la definizione di “mafia”. L’autrice forse involontariamente porta il lettore attento ad affrontare questo argomento, anche se in maniera ampia e senza un deciso approfondimento… dacché sicuramente questo non era lo scopo. Vi ho trovato più uno fine didattico, estremamente valido ed interessante, a mio avviso più che attuale. Ma cosa portò il protagonista del racconto di C. Cafaro a diventare un figura quasi mistica? L’odio che in maniera deturpante lo aveva privato, sin dalla più tenera infanzia, dell’amore della sua famiglia… oppure l’amore per la ricerca dell’equità… oppure ancora l’affetto per la sua Patria… Ma era un bandito e carnefice oppure un eroe popolare? L’autrice ci lascia con un dubbio… forse… oppure una singolare possibilità di giudicare soggettivamente… Lo consiglio con piacere a chi desidera una lettura diversa, interessante e cruda che porta alla riflessione. Claudine Giovannoni - Svizzera